Il Corriere della Sera
Enrico Crippa le chiama «macaron». Ha tre stelle sul petto, le principali medaglie al valore culinario distribuite dalla guida Michelin, 112 anni di vita (nacque nel 1900) in generale, 58 quella d`Italia. Enrico Crippa, del Duomo di Alba, primo discepolo di Gualtiero Marchesi a salire dove arrivò il Maestro, è stato definito da questo «un cuoco freddo». Non è guascone, certo, malgrado il pizzetto, ma dietro alla magrezza (tutti i nuovi cuochi italiani sono magri), anche lui si commuove, per il riconoscimento alla sua bravura e per un collaboratore, Fabrizio, che non c`è più, a cui dedica le tre stelle durante la presentazione della Michelin (che ha salutato lo storico responsabile, Fausto Arrighi, prossimo alla pensione) ieri a Milano, nella suggestiva cornice dell`Istituto Alberghiero Carlo Porta. Una scelta forse figlia del risparmio, ma comunque intelligente, in linea con l`Italia tratteggiata dalla «Rossa». Qui si agita il futuro: cuochi, camerieri, sommelier, maitre, concierge di domani tutti efficienti, a cominciare da quelli che in cucina hanno affiancato i tre chef emiliani che hanno firmato il pranzo: il sommo Massimo Bottura (Francescana), gli impareggiabili Gianni D`Amato (Rigoletto) e Giovanna Guidetti (Fefa).