La sfida è ricercare nuovi mercati per le produzioni. Un’opportunità viene da “Fattore Futuro”, uno dei progetti Expo per la promozione della filiera italiana: 20 aziende junior riforniranno McDonald’s.
Le statistiche ci ricordano spesso quanti siano i giovani italiani che cercano di costruirsi un futuro fuori dai confini nazionali, scoraggiati o invitati, a seconda del punto di vista, da condizioni economiche difficili. Sono più rare le storie che parlano di coloro che hanno deciso di restare in Italia e affrontare nuove sfide.
Una di queste sfide è il ritorno alla campagna e alla vita contadina che inizia a coinvolgere molti giovani segnando un’inversione di tendenza rispetto al passato. Un paradigma culturale in cui la nuova generazione agricola dimostra di saper combinare i mercati locali con l’industria alimentare, le moderne tecnologie con i metodi di produzione tradizionali, l’estetica con l’agricoltura sostenibile. Costruiscono, in buona sostanza, reti globali e legami con il territorio, vivendo e lavorando lontano dalle grandi città.
Fattore Futuro
Per rendere questo fenomeno significativo per un pezzo del comparto agricolo e alimentare italiano sappiamo ormai quanto sia importante esportare i nostri prodotti e quanto stia diventando primario l’uso del commercio digitale, ma per quanto riguarda il mercato interno? Per le nostre PMI, soprattutto per le startup di giovani, è necessario avere alternative al mercato locale potendo interagire su basi solide con grande distribuzione e industria alimentare.
Uno dei progetti più importanti, realizzato nell’ambito dell’EXPO, è “Fattore Futuro” un piano di promozione e valorizzazione delle filiere agricole italiane rivolto agli under 40, promosso e patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole. L’iniziativa ha previsto la selezione di 20 aziende di giovani agricoltori per entrare a far parte per 3 anni della rete di fornitori di McDonald’s all’interno di 7 diverse filiere.
Interessanti i criteri di selezione che dalle oltre 200 richieste hanno portato ai 20 prescelti: oltre ai requisiti di prodotto, infatti, la scelta è stata effettuata proprio su due capisaldi della nuova generazione agricola, le misure di innovazione e quelle di sostenibilità ambientale progettate e realizzate per il futuro sviluppo dell’impresa.
Sostenibilità e Innovazione
Nella sfida per creare nuovi mercati per le loro produzioni questi giovani agricoltori non possono e non vogliono perdere di vista uno dei grandi obiettivi di lungo periodo: la creazione di modelli di agricoltura sostenibile a 360 gradi. Giovani uomini e giovani donne, tra i 20 e i 40 anni, provenienti da 9 regioni e 14 province italiane, con estrazione diversa ma con gli stessi desideri. Alcuni hanno seguito le orme dei propri genitori e ora gestiscono l’attività di famiglia, altri hanno costruito da soli un’azienda partendo da zero. A loro “Fattore Futuro” ha offerto un supporto concreto per lo sviluppo di 20 progetti di sostenibilità e innovazione in grado di far crescere l’azienda. Alcuni hanno scommesso sulla certificazione biologica, altri sulle più avanzate tecnologie d’irrigazione per favorire il risparmio idrico o annullare l’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti, mentre qualcuno ha investito sull’uso di fonti rinnovabili in cerca dell’autosufficienza energetica.
Lungo tutta la penisola le storie di questi ragazzi ci dicono molto di più di tanti ragionamenti. Roberto Favazza, 32 anni di Montagnana, nel padovano, ha installato nell’azienda agricola dove coltiva patate un sistema di irrigazione a goccia che consente di usare meno acqua e in modo più efficace. Una misura, attualmente poco utilizzata nella coltivazione di questo tubero, che permette un risparmio idrico tra il 30% e il 50% a seconda delle condizioni del terreno e un risparmio della metà di energia. A questi vantaggi “green” – assicura Roberto – si sommano un aumento della qualità del prodotto e delle attività lavorative.
Giosuè Arcoria, 35enne dalla Provincia di Catania, punta sull’innovazione tecnologica: nell’azienda dove produce agrumi, la fert-irrigazione è governata da un complesso sistema di software e hardware in grado di calcolare e fornire con esattezza le sostanze nutritive di cui necessitano il terreno e le piante. Come risultato, oltre a far crescere la produzione, ha potuto piantare nuove varietà in grado di tollerare il virus della Tristeza che tanti problemi sta creando in Sicilia. Grazie anche a “Fattore Futuro” Giosuè prevede di aumentare l’autosufficienza energetica attraverso il fotovoltaico e di trasformare l’impresa in azienda agricola biologica.
Raffaella Mellano è presidente di una cooperativa di aziende nel torinese che ha scommesso sull’allevamento per la produzione biologica e biodinamica di latte, carne formaggi e cereali. I tre anni di collaborazione con McDonald’s aiuteranno la coop ad aumentare la capacità produttiva con una conseguente riduzione dei costi, a garantire la tracciabilità della filiera e ad ottimizzare l’efficienza energetica.
Tre storie che rappresentano solo un piccolo esempio di cosa possa significare per un’azienda giovane avere un minimo di supporto alle spalle che permetta di programmare lo sviluppo e di realizzare progetti frutto di capacità e passione per la terra e per il proprio mestiere.
Fattore Futuro è stata la dimostrazione che in Italia possono coesistere tanti modelli di impresa agricola, senza gli steccati di una volta. I giovani imprenditori hanno dimostrato una maggiore apertura mentale, superando i pregiudizi di talune organizzazioni che vedono nelle grandi multinazionali il loro nemico e non un possibile alleato; così facendo sono stati in grado di far entrare i loro prodotti nelle grandi reti distributive come quella di McDonald’s, riuscendo a non rimanere relegati al solo mercato locale. Non è una guerra tra buoni e cattivi, ma il segno che le economie evolvono rapidamente. Saperle interpretare diventa una questione vitale per ogni impresa e i giovani questo lo hanno capito.
Mauro Rosati
Direttore Generale Fondazione Qualivita