Margini di crescita nel primo mercato asiatico dell’export agroalimentare italiano
Tendenza consumi e mercato
Le abitudini alimentari dei giapponesi sono profondamente mutate dagli anni ’60 a oggi. Numerosi fattori hanno contribuito al cambiamento, ma i principali possono essere raggruppati nelle seguenti categorie: progresso tecnologico, mutamento della struttura sociale, progressiva terziarizzazione dell’economia, ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Negli anni ’70 si assistette alla rivoluzione della ristorazione. In questo periodo si intensificò la concentrazione della popolazione nelle metropoli, con tanti individui che si staccavano dalle proprie famiglie per recarsi a lavorare nelle grandi aziende. A partire dalla seconda metà degli anni ’80, l’esternalizzazione del lavoro domestico, che aveva già permesso lo sviluppo della ristorazione, ha dato inizio alla rivoluzione dell’alimentazione a cestino pronto (bento). I convenience stores (CVS), grandi catene di mini-supermercati aperti 24 ore su 24 e presenti ovunque, sono riusciti fin da subito a sfruttare la nuova e crescente domanda di pietanze pronte e confezionate per l’asporto. Negli anni ’90 si è avuta la seconda rivoluzione dell’alimentazione domestica, conseguenza soprattutto del miglioramento delle infrastrutture domestiche. Assieme all’aumento della grandezza delle cucine si sono diffusi gli scalda-acqua (che la rendono sempre disponibile a 90 gradi, e ne permettono un uso immediato per la preparazione di tè, cibi istantanei, ecc.) e il frigorifero a scomparti. I forni a microonde sono stati migliorati attraverso l’aggiunta del grill elettrico ed è aumentata la diffusione dei fornetti a gas (di piccole dimensioni, adatti per arrostire pesci di medie dimensioni) integrati ai fornelli. I negozi specializzati in alimentari hanno perso quote di mercato, incalzati dall’avanzare imperante dei supermercati, forti di un più ricco assortimento. Parallelamente anche l’industria alimentare ha sviluppato nuovi prodotti surgelati e condimenti vari. Un elemento importante è il fatto che nei giorni lavorativi i giapponesi non pranzano a casa, poiché nelle aziende la pausa pranzo è breve, mentre nei negozi si osservano orari continuati. A causa del diffuso pendolarismo di lungo raggio verso i centri nevralgici delle metropoli, in Giappone si rincasa tardi, e per i singoli è abbastanza raro mettersi a cucinare.
Dimensione del mercato e delle importazioni
Nel 2017 il valore delle vendite all’ingrosso di prodotti agricoli, zootecnici e ittici ha raggiunto quasi i 23mila miliardi di yen (+2,8%), mentre quello dei prodotti alimentari e bevande di 48mila miliardi di yen (+3,5%). Il valore delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande è stato pari a 44mila miliardi di yen (+0,3%). L’Italia si colloca al diciasettesimo posto tra i Paesi fornitori di prodotti alimentari e bevande del Giappone, con una quota del 1,7% sul totale delle importazioni. I principali Paesi fornitori sono Stati Uniti (20,5%), Cina (13,8%), Thailandia (6,7%), Australia (6,7%) e Canada (4,5%).
EPA
Dallo scorso 1° febbraio 2019 è diventato pienamente operativo l’Accordo di Partenariato Economico (EPA) tra l’Unione Europea e il Giappone. L’Accordo contiene disposizioni procedurali e commerciali che ridurranno i costi correlati a esportazioni e investimenti e consentiranno alle imprese di poter accedere al terzo mercato al mondo per dimensioni. Al momento dell’entrata in vigore dell’accordo è prevista la liberalizzazione del 91% delle importazioni di prodotti UE in Giappone e la soppressione dei dazi sarà progressiva nel tempo (con un orizzonte temporale massimo di 16 anni) e arriverà a riguardare il 99% dei prodotti. Il volume restante sarà in parte liberalizzato tramite quote e riduzioni tariffarie. Più in dettaglio, l’accordo prevede un sostanziale miglioramento delle condizioni di accesso al mercato per le esportazioni UE di alcuni prodotti con l’azzeramento o il calo progressivo dei dazi per vino, prodotti lattiero-caseari, carni (di maiale e vaccina), pasta, biscotti, preparati e salse di pomodori, ecc., ma anche per prodotti in pelle, calzature, pelletterie. Prevista anche la rimozione di ostacoli di natura tecnica e normativa agli scambi di merci mediante l’adozione di norme tecniche e principi normativi utilizzati nell’UE in settori quali veicoli a motore, prodotti elettronici, prodotti farmaceutici e dispositivi medici, prodotti chimici e in plastica, cosmetici, oreficeria, ecc., nonchè i servizi.
La normativa EPA richiede particolare attenzione all’origine del prodotto che dovrà essere certificata attraverso:
1) una dichiarazione di origine (registrazione nel sistema EUROPEO REX – Registered Exporter System)
oppure
2) utilizzando la cosiddetta “conoscenza dell’importatore”. Gli esportatori nazionali che intendono essere registrati al sistema REX devono presentare la relativa domanda all’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane territorialmente competente. Al termine della registrazione l’operatore otterrà il numero REX che potrà essere utilizzato per esportare in Giappone. Lo stesso dovrà essere inserito nell’apposita dichiarazione di origine acclusa alla fattura che accompagnerà la merce spedita (o in qualsiasi altro documento commerciale che descriva dettagliatamente il prodotto originario così da consentirne l’identificazione). Ogni ulteriore informazioni sulla registrazione tramite REX e sulle regole riferite alle varie categorie di prodotto inserite nell’accordo, sono reperibili al seguente link pubblicato sul sito dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo: https://ambtokyo.esteri.it/ambasciata_tokyo/it/ambasciata/ news/dall_ambasciata/2019/01/epa-unione- europea-giappone-registrazione.html
Foodex
L’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ha partecipato alla Foodex Japan 2019, che si e tenuto da martedì 5 a venerdì 8 marzo. La Foodex Japan è la più importante manifestazione fieristica agroalimentare del Giappone, nonché evento di grande richiamo commerciale per tutta l’area Asia-Pacifico. Il Padiglione Italia, con una superficie di oltre 2.000 mq, ha costituito anche quest’anno una delle più grandi aree espositive dedicate a una partecipazione collettiva straniera all’interno della manifestazione. Al giorno di inaugurazione, si è realizzata una Conferenza stampa con la presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Giappone, Giorgio Starace, e del presidente dell’Agenzia ICE, Carlo Ferri. In questa edizione il totale dei visitatori è stato 80.426, in aumento del +11% rispetto alla scorsa edizione (72.428).
Progetto Formaggi
Durante la Foodex Japan 2019 è stato inoltre lanciato il nuovo Progetto Formaggi che ha visto la realizzazione di un “Punto Formaggi” durante la fiera e la promozione della Borsa Formaggi che si svolgerà a Tokyo il prossimo 24 giugno. Grazie anche alle riduzioni tariffarie previste dall’EPA, il progetto mira ad aumentare la conoscenza della varietà dei formaggi italiani, facendone apprezzare la qualità sia del prodotto a pasta dura che di quello a pasta morbida, proponendo pertanto una grande varietà di prodotto rispetto alla sola tipologia di formaggi fusi che attualmente risultano i più consumati dalla popolazione giapponese. Nell’ambito di questo innovativo progetto, sono previsti diversi eventi promozionali che vedranno la realizzazione di incontri sia indirizzati esclusivamente agli addetti ai lavori (B2B) che aperti ai consumatori (B2C).
La campagna “6000 anni di Vino italiano” e le Borse Vini di Kyoto e Tokyo
La Rassegna promozionale “6000 anni di Vino italiano”, è una delle grandi promozioni del vino italiano promosse dall’Ufficio di Tokyo ed è indirizzata a importatori, grossisti, ristoratori, dettaglianti e stampa specializzata.
La campagna si articola in una serie di appuntamenti dedicati alla promozione integrata del vino italiano in Giappone, in programma tutto l’anno attraverso vettori promozionali differenziati (degustazioni, menù speciali presso la ristorazione, seminari, convegni, ecc) sotto una cornice unitaria, di accresciuto impatto mediatico. L’obiettivo è quello di favorire la conoscenza dei vini italiani ancora non presenti sul mercato giapponese. Sono sempre numerose le aziende italiane interessate alla manifestazione e all’ultima edizione di ottobre 2018 hanno partecipato ben 40 aziende provenienti da 12 regioni italiane.
Nell’ambito della campagna 6000 anni di vino italiano, è stata realizzata la “Borsa Vini”, un workshop riservato agli operatori professionisti del settore, che prevede un walk-around tasting presso postazioni allestite dai singoli produttori partecipanti in una sala esposizioni all’uopo allestita, per favorire un incontro diretto tra offerta itliana e domanda locale. L’evento, della durata di una giornata, viene presentato in due importanti città del Gappone: Kyoto, il 15 ottobre e Tokyo, il 17 ottobre.
Progetto GDO
L’Ufficio di Tokyo sta inoltre lavorando su un nuovo progetto che, nell’ambito dei rapporti con le GDO locali, prevede l’avvio di una nuova collaborazione con la National Supermarket Association in Japan. Infatti la campagna coinvolgerà sei catene di supermercati di fascia alta e sarà operativa dal prossimo mese di ottobre fino a febbraio 2020, su tutto il territorio del Giappone. L’obiettivo è quello di favorire le aziende italiane di dimensioni piccole e medie, per le quali è sempre molto difficile, talvolta impossibile, poter inserire i propri prodotti nei principali canali distributivi del Giappone (importatori, grossisti di primo livello, grossisti di secondo livello e dettaglianti come le catene di supermercati). Infatti, a causa del moltiplicarsi dei player attivi in ciascun canale, per le aziende italiane è estremamente impegnativo e time- consuming riuscire a garantire la presenza dei propri prodotti nella grande distribuzione. Il progetto GDO intende proprio favorire l’ingresso di queste aziende nelle catene di supermercati, superando le limitazioni e le difficoltà tipiche dell’attuale sistema distributivo giapponese.
A cura di Agenzia ICE Tokyo
Fonte: Consortium 2019/03