Raggiunto un accordo tra il comitato di artigiani e aziende e Lindt-Caffarel per il riconoscimento del Gianduiotto di Torino IGP. Incontro in Regione presieduto dal presidente Alberto Cirio, e Mauro Rosati in rappresentanza del Ministero dell’Agricoltura.
L’iter di attribuzione dell’IGP, Indicazione Geografica Protetta, al gianduiotto riprende il suo cammino grazie all’accordo raggiunto la scorsa settimana in Regione tra il comitato di artigiani e aziende nato nel 2017 per il riconoscimento del marchio, presieduto dal giavenese Guido Castagna, e la Lindt-Caffarel.
Il percorso aveva subito una battuta d’arresto perché il colosso svizzero aveva fatto alcune osservazioni sulla ricetta prevista dal disciplinare del “Giandujotto di Torino IGP” che, tra i punti fondamentali, non prevede il latte in polvere (d’altronde nell’Ottocento non esisteva) e inserisce una certa percentuale di Nocciola Piemonte IGP.
Archiviate queste osservazioni, l’ultimo fronte aperto della querelle rimaneva la garanzia nell’uso del marchio di Lindt-Caffarel “Gianduia 1865 – L’autentico Gianduiotto di Torino”, registrato nel 1972 ed inserito nel registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale.
Di questo si è discusso nel corso dell’incontro del 20 febbraio, che ha visto al tavolo in Regione il presidente Alberto Cirio, il dottor Mauro Rosati in rappresentanza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Comitato rappresentato dal presidente Castagna, dal segretario avv. Borra, dalle grandi aziende e dai piccoli artigiani, e la Lindt-Caffarel rappresentata dall`amministratore e da due legali.
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Fonte: La Valsusa