Messaggero Veneto
Il baratro in cui il suino friulano era stato gettato nel 2008, tagliato fuori dal circuito del prosciutto di Parma, è soltanto un brutto ricordo. Da quella batosta che rischiava d’essere fatale per l’intero comparto, la siunicultura regionale si è rialzata. Più forte che mai. Merito dell’intraprendenza degli allevatori che persa una partita ne hanno ingaggiata subito un’altra. Perso il Parma, hanno guardato al San Daniele, al crudo di casa nostra, che cinque anni fa assorbiva una quota a dir poco risibile dei suini allevati in regione. A distanza di un quinquennio, la situazione è profondamente cambiata: se nel 2008 le cosce prodotte in Friuli Venezia Guilia e destinate al distretto del San Daniele garantivano solo il 4% della produzione complessiva di prosciutto “nostrano”, oggi quella percentuale potenziale è del 18 vale a dire a circa, in valore assoluto, a 500 mila cosce sui 2,7 milioni di prosciutti di San Daniele prodotti nel 2012.