Il Mediterraneo e l’Europa, l’impresa e la finanza, i territori e le competenze, il grande e il piccolo. La parola chiave è “connessioni”. Esperienze apparentemente distanti, ma che trovano senso soltanto se dialogano tra loro. Un esempio? II padiglione italiano al prossimo Expo 2020 di Dubai, di cui si sta occupando il commissario generale Paolo Glisenti, ospite ieri di Agrifood Next: «Sarà una grande occasione per intercettare la finanza internazionale che cerca opportunità di investimento nelle piccole imprese di questo settore». Perché il mondo è più piccolo. E per una piccola azienda che ha avuto una buona idea, la vetrina dell’Expo può essere una possibilità concreta. «Expo vuole connettere le menti – ha detto Glisenti – per generare futuro. II padiglione italiano vuole dare grande spazio all’innovazione. Vi invito a portare lì le vostre storie». E chissà che alcune delle storie sfilate proprio in questi giorni a Siena, tra serre idroponiche e droni contadini, non saranno raccontate anche a Dubai.
La connessione adesso c’è, e passa proprio per Agrifood Next, di cui la Fondazione Prima, presieduta dal professor Angelo Riccaboni, è stata uno degli attori protagonisti. «Prima riunisce diciannove Paesi del Mediterraneo – ha spiegato Riccaboni – che è una delle aree più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Ci siamo resi conto, però, che nessuno di loro è in linea con l’Agenda 2030. E l’agroalimentare ha un ruolo rilevante».
Ricerca e innovazione diventano quindi la grammatica con la quale i popoli possono dialogare. E in questo l’Italia si ritrova in un ruolo chiave, per la sua cultura, la sua storia e la sua geografia. A parlarne è stato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio: «Partiamo dal presupposto che molti disastri sono fortunatamente dovuti all’uomo, per cui possiamo correggerli. Per cui, il primo impegno è trovare nuovi modi di produrre energia. Come Cnr, abbiamo avviato un istituto di bioeconomia, per capire come produrre nel rispetto dell’ambiente, utilizzando per esempio gli scarti dell’olio o della vite, fertilizzando terreni desertici. Abbiamo avviato laboratori congiunti con l’Eni, dedicati all’agricoltura di precisione e alla gestione dell’acqua. E con il contributo del Governo abbiamo avviato cinque dottorati, uno dei quali si occupa dell’intelligenza artificiale nell’agricoltura di precisione».
Connessioni, appunto. Esperienze e conoscenze che si mettono in rete. Moderati da Sandro Capitani di Radio Raiuno, i tre ospiti hanno tracciato il percorso che unisce i puntini. Ma non basta, come ha sottolineato infine proprio Riccaboni: «Servono politiche e investimenti pubblici consistenti, ma alla fine sono importanti anche i nostri comportamenti di consumatori. Se le nostre scelte di acquisto saranno in linea con i prodotti più sostenibili, potremo andare nella direzione giusta. Così è fondamentale quello che stanno facendo i giovani, portando l’attenzione su questi temi. Altrimenti, potremmo fare anche mille convegni, ma non servirebbe a molto. Per cui, viva Greta».
Fonte: La Nazione