Negli anni del dopoguerra la carne era un lusso che ci si concedeva alla domenica, ora negli anni duemila dell’antropocene saranno le verdure e la frutta a essere consumate nei giorni di festa come un lusso. L’allarme caro prezzi ha intaccato primariamente questo indispensabile settore vegetale
Complice l’aumento dell’energia. L’incremento sconsiderato del prezzo di frutta e verdura fa sì che i consumatori non siano più in grado di acquistarli per cibarsene quotidianamente. L’assurdo è che invece cresce il consumo di integratori, che costano molto e che non saranno mai ricchi di nutrienti biologicamente attivi come quelli presenti nei vegetali. Infatti, l’alchimia biologica naturale è inimitabile nella sua interezza.
Dove ci porterà questo stato di cose? Non certo alla naturalezza e soprattutto non alla buona salute. I governi debbono intervenire e calmierare i prezzi di questo settore anche perché oltre alle malattie ci sono altre situazioni aggravanti come l’obesità che vale tra il 5-7 per cento dei costi sanitari sostenuti nell’Unione europea, pari a circa 70 miliardi di euro spesi ogni anno per le cure sanitarie di questi pazienti e per la perdita di produttività connessa. Le scelte alimentari scorrette comportano un aumento del rischio di molte patologie serie, dalle malattie cardiovascolari al diabete, che fanno schizzare alle stelle la spesa sanitaria.
Fonte: La Stampa