Le rilevazioni di Coldiretti Veneto stimano quasi 300 milioni di perdite, di cui 200 milioni relativi alla frutta. A rischio anche il miele.
Praticamente azzerate le coltivazioni di pesche e albicocche, meno colpite le pomacee (melo e pero) con una percentuale di perdita di raccolto attestata sul 50%. Per la vite serve ancora qualche mese per verificare la capacità rivegetativa delle piante.
“Numeri catastrofici – spiega Coldiretti Veneto – che si aggiungono ad un anno difficile per l’emergenza sanitaria ma anche dal punto di vista delle avversità atmosferiche che a macchia di leopardo si sono abbattute su tutto il territorio nazionale. Tra siccità, bombe d’acqua, violente grandinate e in particolare il gelo in piena primavera, che ha colpito le fioriture di tiglio, castagno e acacia in particolare utili alla produzione di miele”.
“L’inverno bollente e le gelate – continua Coldiretti – hanno creato in molte regioni gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare, a causa delle basse temperature (le api non volano sotto i 10°C) o del danneggiamento dei fiori”.
Sono 7mila gli apicoltori veneti impegnati nella produzione di 40mila kg di miele a km zero di cui il 19% certificato bio. La produzione di alta qualità è il vanto del patrimonio regionale, che comprende elementi di nicchia considerati delle vere specialità – come ad esempio il miele di barena – oltre a una gamma di vasetti blasonati che godono della certificazione di Miele delle Dolomiti Bellunesi DOP.
Coldiretti apprezza la scelta del Governo di proporre un nuovo scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro per sostenere le attività economiche e auspica che una parte di queste risorse vadano a rafforzare le misure per il settore agricolo, con particolare riferimento agli interventi per il taglio del costo del lavoro, per il sostegno delle filiere in crisi e per la copertura dei danni da gelate che nei giorni passati hanno duramente colpito le imprese di tutto Paese.
Fonte: La Tribuna di Treviso