Traguardo importante nel 2020 per le DOP Friuli Colli Orientali e Ramandolo e l’omonimo Consorzio che, nell’anno che comincerà tra pochi giorni, festeggeranno il 50esimo anniversario dalla fondazione, avvenuta nell’estate del 1970. Molte sono le idee, le strategie e le prospettive che il Consorzio, attualmente presieduto da Paolo Valle, vuole portare avanti nel rispetto del territorio e delle aziende rappresentate, che sono oltre 200.
Tra i punti cardine del nuovo corso, che ha l’ambizione di guardare «ai prossimi 50 anni», verranno organizzate degustazioni ogni mese, dedicate agli operatori di settore della regione, per formare e promuovere capillarmente chi ogni giorno è a contatto diretto con i consumatori, potendo quindi conoscere in maniera sempre più approfondita le particolarità della denominazione.
Sempre a cadenza mensile, in collaborazione con l’Ais (Associazione italiana sommelier), il Consorzio si muoverà in diverse sedi sparse in altrettante città italiane per poter proporre approfondimenti mirati, ai futuri sommelier, e dedicati alle colline orientali del Friuli. Interventi mirati e costanti, quindi, ai quali si affiancheranno cene organizzate in diverse location con il tema specifico del silenzio: essendo infatti luogo comune, la proverbiale difficoltà di comunicazione riscontrata nei friulani, l’idea è quella di non parlare durante la durata della cena, delegando al vino e al cibo il compito di dire tutto.
Il 50esimo anniversario del Consorzio di Tutela Vini “Friuli Colli Orientali” e “Ramandolo” non sarà soltanto questo, ma sarà anche l’inizio di un progetto che mira a innalzare il valore della Denominazione puntando sulla capacità dei vini qui prodotti di evolvere nel tempo. Il valore del tempo dovrà dunque essere in grado di permettere ai produttori di incrementare il valore della propria produzione. A questo proposito verrà istituito uno strumento che fungerà da vera e propria “banca” dove ogni produttore potrà portare i propri vini a far evolvere, in alcuni luoghi, in fase di localizzazione all’interno delle strutture del territorio; “La cjase dal vin”, una casa dove immaginare i propri vini “maturati” di 10, 20 o magari ancora più anni, con l’obbiettivo di poterli assaggiare, perché no, al prossimo 50esimo anniversario.
Fonte: Mesaggero Veneto