Agrisole
I tassi di crescita del 5% nel 2013, e ancora più sostenuti se si guarda indietro di 2-3 anni, non sembrano più alla portata dell’export del food & beverage. Settore che sembra ora seguire un andamento forse non ancora pro ciclico, ma quasi. Sul mercato interno le vendite mantengono un trend negativo. Non è pero una novità, ormai da tempo, data la prolungata debolezza dei consumi domestici. Lo è invece la conferma che la benzina comincia a scarseggiare anche nei motori dell’export. I dati Istat dicono che è cresciuto di appena l’1,6% nella prima metà di quest’anno, portandosi a 16,5 miliardi di euro.
Una performance che, seppure positiva e leggermente migliore rispetto alla dinamica complessiva dell’export nazionale (+1,3%), accende una spia rossa sul cruscotto di un settore abituato a ben altri ritmi di crescita. A tirare il freno, spiega un’analisi dell’Ismea, sono stati in particolare i prodotti primari. L’export agricolo ha accusato in questo primo semestre una contrazione del 2,7% su base annua (complice la pesante battuta d’arresto degli ortaggi freschi), seppure ampiamente bilanciata da un migliore andamento delle vendite all’estero di alimenti trasformati e bevande, che hanno invece archiviato un progresso del 2,6 per cento.