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È capo di Bibenda la casa editrice che edita la più autorevole e diffusa guida al vino italiano, ma è anche il presidente dell’associazione mondiale dei sommelier. Si chiama Franco (Maria) Ricci e da anni si batte per la cultura del vino. Ha avuto il coraggio di sfidare i guru delle degustazioni, i Master of Wine di Londra, dando vita al primo master italiano per laureare i super-sommelier e pure la Accademy di Los Angeles contro la quale ha vinto una causa per poter continuare a chiamare Oscar la manifestazione che premia i migliori vini d’Italia. Perché lei che guida i somelier non va a Verona? «Perché Vinitaly da anni è un’occasione persa. Per uno strano gioco di calendario Ais, l’associazione dei sommelier, e Vinitaly compiono 50 anni di vita insieme. Ebbene la Fiera è diventata importantissima, ma ha prodotto solo spazi commerciali. Poteva diventare il luogo in cui il vino italiano veniva promosso a bene culturale, doveva essere il manifesto della nostra eccellenza e il tempio della cultura del vino. E invece è solo un’importantissima, benemerita occasione commerciale».
20130408_QN.pdf