Dal 1 gennaio 2016, la deregolamentazione del settore vitivinicolo autorizzerà l’impianto di nuovi vigneti in tutta la Francia e i vini senza indicazione geografica potranno essere venduti. Questa decisione, adottata a Bruxelles nel 2007, ha lo scopo di consentire ai coltivatori di estendere i loro vigneti o piantarne nuovi e liberalizzare la cultura del vino. Una ‘rivoluzione culturale’ e un ‘disastro’ per i puristi, appassionati del territorio o i produttori di champagne. Perché potremmo produrre la ricetta del famoso vino altrove come in Lozère o in Vendée, per esempio. Un ‘champagne finto’, ma che non può ancora ottenere la denominazione di origine controllata (DOC).
La notizia era attesa dal 2007. Nove anni più tardi, si tratta di una riforma sui diritti di impianto delle viti che potrebbero scuotere la mappa dei vigneti francesi. I vignaioli possono piantare nuovi appezzamenti in tutto il territorio nazionale. Ma per non sconvolgere il delicato equilibrio tra domanda e offerta, l’aumento è stato fortemente limitato all’1% del vigneto francese. Un aumento delle terre del vino francese costituito da poco più di 8057 ettari su un totale di circa 800.000. Tuttavia, l’impianto di nuovi vigneti è regolato con una domanda di approvazione che deve essere fatta al FranceAgriMer (Istituto nazionale di prodotti agricoli e del mare – ndr).
Fonte: lindro.it