Supera i 15 miliardi di euro il giro d’affari generato dal settore lattiero-caseario in Italia, l’industria più grande dell’agroalimentare del Paese con 1.500 imprese e 2.500 addetti (indotto compreso) e un export, in crescita, da 2,8 miliardi di euro e quasi interamente generato dai formaggi. 36 milioni di litri di latte prodotti giornalmente dalle mucche distribuiti in 50mila punti vendita, riforniti ogni 24 ore.
Un mercato complesso, dominato per anni dalle quote latte che hanno generato tensioni e proteste fino alla loro cessazione, nell’aprile del 2015. Ma è il costo della materia prima all’origine fa ancora discutere: nell’ultimo anno l’Italia è fra i Paesi UE che ha aumentato la produzione di latte ( +3,2%) ma questo, per una volta, non sembra aver coinciso con una flessione dei prezzi pagati agli allevatori, che viaggia attorno ai 38,31 euro al quintale (+16% rispetto all’anno precedente, fonte Clal). L’incremento è legato piuttosto alla domanda estera, in particolare a quella del burro, e seguito dai formaggi che rappresentano l’82% del valore di tutto l’export del settore, che vale 2,4 miliardi e ci issa al quarto posto in assoluto nel mondo.
Protagonisti assoluti i formaggi DOP, fiori all’occhiello del made in Italy che rappresentano buona parte delle esportazioni del settore e segnano crescite continue nell’esportazione, in mercati maturi come Francia, Germania e Stati Uniti, ma anche nei Paesi emergenti.
Fonte: QN