Dieci anni di crescita delle Indicazioni Geografiche italiane e una certezza: l’agroalimentare made in Italy non ha eccessivamente risentito della crisi economica iniziata nel 2008. Lo testimoniano i numeri del 15 esimo Rapporto Ismea-Qualivita che, nella presentazione annuale di Roma, quest’anno ha voluto focalizzarsi proprio sul periodo 2007-2017: un arco temporale costellato da segni più e nuove registrazioni.
Prova che il sistema delle denominazioni ha funzionato come antidoto alla crisi? Prima di rispondere a questa domanda, vediamo i numeri. Oggi sono 818 le Indicazioni Geografiche italiane su 2979 europee (295 food; 523 wine). Nel 2007 erano complessivamente 584, quindi la crescita si attesta su un tondo 40%. A valore si è passati dagli 8,7 miliardi di euro (2006) a 14,8 miliardi di euro (2016): +70%. Se consideriamo solo la parte vino, il valore è quasi raddoppiato, passando da 4,2 miliardi a 8,2 miliardi di euro. Così come è raddoppiato l’export: da 2,5 miliardi di euro a 5 miliardi (+99%). Un trend di crescita confermato anche nel 2016 rispetto all’anno precedente, con la produzione di vini DOP IGP che ha raggiunto i 25 milioni di ettolitri (+6,6%), per un totale di 3 miliardi di bottiglie (+5,4%). Contemporaneamente è cresciuto anche la presenza in Gdo: nel 2016 la crescita rispetto all’anno precedente è stata del 5,8% per il food e dell’1,8% solo per il wine.
Il futuro delle denominazioni. Ritorniamo, dunque, alla nostra domanda iniziale, ma facendo un passo in avanti: cosa ha funzionato del sistema delle denominazioni e cosa c’è da migliorare? “Il funzionamento delle Indicazioni Geografiche è direttamente proporzionale al funzionamento dei Consorzi di tutela” risponde a Tre Bicchieri il direttore di Qualivita Mauro Rosati “Questi dieci anni hanno dimostrato sul campo che non vanno avanti i singoli nomi, ma è la collettività che cresce attraverso adesione a progetti comuni, quali Psr o Ocm Vino. Inoltre, abbiamo capito e suggellato il ruolo delle indicazioni geografiche: non solo biglietti da visita per il territorio, ma parte importante della bilancia commerciale italiana”.
Fonte: Tre Bicchieri – Gambero Rosso