Food Industry Summit: evento online con 1.900 partecipanti. Le strategie non vanno viste come costo ma come opportunità e occorre evitare operazioni di «green washing»
«Il nuovo Europarlamento e la nuova Commissione hanno messo l’accento su un’Europa più sostenibile e le imprese italiane devono vedere la sostenibilità non come un costo, ma piuttosto come un’opportunità per ricavare dai prodotti agroalimentari ancora più valore aggiunto». Lo ha detto ieri l’europarlamentare Herbert Dorfmann intervenendo ai lavori del Food Industry Summit del Sole 24 Ore, la cui edizione 2021 – digitale come quella dell’anno scorso – ha visto oltre 1.900 iscritti ed è stato aperto dall’intervento di Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore.
«La pandemia – ha aggiunto Dorfmann – ha rimesso al centro gli obiettivi di sicurezza alimentare e ha invertito una tendenza trentennale alla globalizzazione degli scambi facendo emergere una sorta di patriottismo alimentare, con i consumatori sempre più propensi ad acquistare prodotti se non locali, almeno europei. In questa ottica ritengo che la prossima riforma della Politica agricola debba tornare a premiare chi realmente svolge il lavoro dell’agricoltore, meglio se giovane e innovativo».
«Le imprese sono più pronte di quanto si pensi nel cogliere la sfida della sostenibilità – ha detto Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita -. Quello che manca, al momento, è la voce delle istituzioni. Occorrono infatti investimenti e capacità gestionali per accompagnare la transizione e modificare i paradigmi di produzione. Il sistema dei consorzi di tutela e delle cooperative ha già guidato le imprese nella corsa ai mercati internazionali e in quella all’innovazione». I fondi europei per sostenere questo processo non mancano, «occorre però che la politica scenda in campo per accompagnare questo processo – ha aggiunto Rosati – altrimenti in Europa, nonostante i nostri punti di forza e le risorse, rischiamo di arrivare ultimi».
Fonte: Il Sole 24 Ore