Dal parco agrisolare a logistica e macchinari, i progressi e i piani per decarbonizzare il settore agricolo, favorendo crescita, competitività e sostenibilità
L’agricoltura è molto esposta agli eventi estremi legati al cambiamento climatico, che condizionano negativamente la resa dei raccolti e aggravano le crisi economiche e di sicurezza alimentare in diverse parti del mondo. Ondate di calore, precipitazioni intense, siccità, incendi, perdita di biodiversità e deterioramento ambientale minacciano i sistemi agricoli, con gravi implicazioni economiche e sociali e di sostenibilità: si riduce la quantità di cibo disponibile, calano i redditi dei contadini e aumenta la disoccupazione nel comparto. Ai fenomeni naturali si aggiungono poi conflitti armati e crisi sanitarie, che contribuiscono a rendere ancora più vulnerabile il settore. Un rapporto della Fao pubblicato a ottobre – The Impact of Disasters on Agriculture and Food Security 2023 – ha provato a quantificare l’impatto di questi eventi catastrofici su produzione agricola e allevamento a livello globale: le perdite aggregate tra il 1991 e il 2021 ammontano a circa 3,8 migliaia di miliardi di dollari – 123 miliardi all’anno – un valore equivalente al 5% del Pil agricolo mondiale. Le perdite maggiori sono state registrate nelle produzioni di cereali, e poi in quelle di frutta, verdura e zucchero, fino ai comparti di carne, latticini e uova.
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La combinazione di buone pratiche di sostenibilità, come quelle di conservazione del suolo e di gestione responsabile dell’acqua, e di investimenti in interventi preventivi aiuta a rendere i sistemi agricoli più resistenti a eventuali disastri. Inoltre, l’impiego di tecnologie di agricoltura 4.0, tra cui macchinari connessi e sistemi di monitoraggio di mezzi e attrezzatura, la razionalizzazione dei consumi energetici e l’utilizzo di fonti rinnovabili permettono alle aziende di rendere la produzione più sostenibile, favorendo competitività e crescita delle filiere, e contribuendo alla decarbonizzazione del settore. L’Italia sta affrontando questa sfida anche grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza: cinque misure infatti sono di competenza del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf) che assorbono fondi per 4,88 miliardi di euro (3,68 dal Pnrr e 1,2 dal piano nazionale complementare). L’intervento che richiede più risorse è il Parco Agrisolare (1,5 miliardi): gli investimenti sono diretti alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica solare nel settore agricolo e agroindustriale, escludendo il consumo di suolo; e si pone anche l’obiettivo di sostenere le realtà del comparto per rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento, e installare pannelli solari.
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Fonte: Affari&Finanza – La Repubblica