Fondi Ue Agricoltura: sono molte le novità che l’Unione europea porterà in dono agli agricoltori italiani in questo 2023. Dalla nuova Pac al rafforzamento della tutela per le IG, dal regolamento sulla promozione dei prodotti agroalimentari alla direttiva sulle emissioni.
La prima e più importante sarà la riforma della Politica agricola comunitaria, che entrerà in vigore domenica e durerà cinque anni, fino al 2027. Per l’Italia sono a disposizione 35 miliardi di euro: 26,6 miliardi dal bilancio dell’Unione e 8,5 miliardi di cofinanziamento nazionale, più o meno le stesse risorse della gestione precedente.
Il grosso (17,6 miliardi di euro) è per il supporto diretto al reddito degli imprenditori agricoli e la loro modalità di distribuzione è la vera novità di questa Pac per l’Italia. “È dal 2003 che Bruxelles ha sganciato gli aiuti Pac dalla produzione, tutti gli agricoltori già li prendono sulla base della sostenibilità dei loro comportamenti, mancava solo l`Italia”, spiega Paolo De Castro, un’esperienza più che decennale come deputato a Strasburgo e oggi vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Entro il 2027, dice la Ue, ogni agricoltore dovrà percepire aiuti non inferiori all’80% della media nazionale e per questo dovrà avvenire una redistribuzione delle somme. Oggi, invece, la Lombardia ha una media di 60o euro di contributi per ettaro, mentre la Sardegna solo 120. Con l’arrivo della nuova Pac, dunque, perde chi percepiva molti aiuti per ettaro: in alcune aree ex tabacchicole del Veneto e dell’Umbria i coltivatori arrivavano anche a 7mila euro di contributi per ettaro, mentre tra gli olivicoltori pugliesi si raggiungevano i 5mila. Al contrario, c’erano aree di montagna e aziende agricole della Sardegna o della Sicilia dove si arrivava al massimo a 150 euro.
Tra le novità ambientali, la nuova Pac obbliga ogni Stato membro a dotarsi di ecoschemi, che genereranno un pagamento aggiuntivo per ettaro agli agricoltori che si impegneranno ad osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente. All’interno dei rispettivi Piani stategici nazionali che la Commissione ha approvato all’inizio di questo mese, ci sono Paesi che ne hanno presentati anche 12014, di ecoschemi. L’Italia solo 5: “Molti agricoltori italiani hanno criticato questa scelta al ribasso – ricorda De Castro – ma dimenticano che questo numero può essere modificato ogni anno. Nulla vieta a luglio di aggiungerne di nuovi, dedicati alla produzione di mais, per esempio, oppure ai pascoli ovini della Sardegna“. La Pac riformata non sarà l’unica normativa europea in arrivo nel 2023. Entro i primi mesi dell’anno arriverà il regolamento promozione, che fisserà le nuove regole per l’utilizzo delle risorse per spingere i marchi collettivi sui mercati internazionali.
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Fonte: Il Sole 24 Ore