È il primo, e ancora oggi l’unico, caso di Consorzio vinicolo di tutela in Italia organizzato per gestire una denominazione che supera i confini amministrativi di tre Regioni. Un’esperienza innovativa progettata per restituire una forte identità territoriale al vino-vitigno bianco italiano più esportato e conosciuto al mondo, il Pinot grigio, che ritrova nel Nordest italiano la sua culla produttiva d’elezione e che nel disciplinare della DOC delle Venezie ha trovato nuove regole produttive rigorose e omogenee, e nel giovane Consorzio (fondato nel 2017) un’organizzazione unitaria di gestione, controllo e certificazione che ha aperto una strada nuova all’esperienza consortile in Italia. “Il nostro obiettivo quando abbiamo scritto il disciplinare e posto le basi per la costituzione del Consorzio – racconta il presidente Armani – è stato quello di definire le regole per dare una regia gestionale unica ad un vasto territorio e costruire un sistema produttivo efficace attorno ad un grande vino. Se oggi siamo riusciti a strutturare un Consorzio che ha il primato in Italia per estensione territoriale, lo dobbiamo alla coerenza con la quale abbiamo lavorato insieme – filiera, produttori e istituzioni – per raggiungere gli scopi primari della nostra azione: monitoraggio e gestione dell’offerta, controllo e certificazione del prodotto, tutela e valorizzazione della qualità. Orientando il nostro pensiero al vino e al suo territorio inteso come un ‘unicum’ ”.
Presidente Armani, aggregare e ripensare in chiave unitaria stili e concezioni produttive diverse è stata forse la sfida più difficile che avete vinto. In particolare sul tema dei controlli avete maturato un’esperienza che può essere modello di riferimento.
Sì, il tema dei controlli e della certificazione è stato lo snodo cruciale del nostro lavoro. Per portare nel mondo il nuovo messaggio identitario e di qualità Delle Venezie DOP dovevamo raggiungere un sistema integrato di certificazione e controlli in grado di presentare una tracciabilità garantita dalla fascetta e una identità qualitativa riconoscibile e riconducibile al nostro territorio. Per questo, insieme agli enti di certificazione già attivi sul nostro territorio, abbiamo costitutito “Triveneta Certificazioni”, il nuovo organismo grazie al quale abbiamo conseguito tre risultati molto importanti: efficacia nelle attività di controllo e certificazione grazie alla valutazione organolettica dei vini attraverso un omogeneo standard analitico di riferimento per le numerose commissioni di degustazione; un efficiente e tempestivo sistema di distribuzione delle fascette a tutti i produttori ed imbottigliatori (stiamo parlando di oltre 1,37 mln di hl per quasi 200 mln di bottiglie, vendemmia 2017); ed infine un monitoraggio dettagliato della produzione e degli andamenti del mercato.
E i risultati?
Molto positivi, che posso sintetizzare in due dati: obiettivo “giacenza zero” entro fine anno e conquista della “hit parade” nei due più importanti concorsi mondiali dedicati al Pinot Grigio da parte dei nostri vini. Se, fin dalla prima annata, tutto il prodotto vendemmiato è stato certificato e distribuito sul mercato dalle aziende, significa che siamo stati capaci, Consorzio e imprese, di organizzare efficacemente il sistema della nuova Denominazione e trasferire al mercato i valori identitari e di qualità della DOC delle Venezie che abbiamo sintetizzato nello slogan “DOC delle Venezie – Italian Style Pinot grigio”. Così come, per altro verso, i premi conquistati nel Global Masters of Pinot grigio, della rivista inglese The Drinks Business, e nel Palmarès Pinot gris/Pinot grigio de La Grande Dégustation de Montréal, il concorso canadese di fama mondiale organizzato dalla AQAVBS (Association Québécoise des Agences de Vins, Bières et Spiritueux), riconoscono l’eccellente livello qualitativo raggiunto dalle nostre etichette controllate dalle commissioni di degustazione e l’acquisita riconoscibilità internazionale del legame Pinot Grigio italiano-delle Venezie. Questo conferma la vocazionalità produttiva dell’areale “delle Venezie” e l’eccellenza di un vino che domina le classifiche mondiali patrocinate da piazze strategiche ed esigenti come quelle del Regno Unito e del Nord America, capaci di condizionare i consumi a livello globale. Un bel risultato che premia il lavoro svolto, da cui ripartire per promuovere la seconda vendemmia, grazie alla quale potremo consolidare un primato mondiale dell’Italia nel Pinot grigio che vada oltre l’aspetto quantitativo per proporsi punto di riferimento qualitativo e culturale della comunità internazionale che si ritrova attorno a questo straordinario vitigno.
Fonte: Consortium 2018/02