Nel contrasto alla flavescenza dorata un elemento chiave è l’eliminazione delle piante infette. L’utilizzo dei droni è risultato efficace nell’individuare le viti malate, ma la vera svolta potrebbe arrivare dal riconoscimento delle piante asintomatiche.
La flavescenza dorata è una malattia della vite che sta avendo pesanti impatti economici in tutto il Nord Italia, ma sempre più spesso anche al Centro. Causata da un fitoplasma che si installa nei vasi linfatici delle piante, è trasmessa da Scaphoideus titanus, una cicalina originaria del Nord America vettore del microrganismo.
Per contenere questa problematica è necessario intervenire su due fronti: da un lato estirpare precocemente le piante colpite, che fungono da inoculo per il diffondersi della malattia, dall’altro combattere la cicalina della vite, che cibandosi sulle piante infette si contagia con il fitoplasma, che poi introduce involontariamente nelle piante che visita successivamente.
Sul fronte dell’individuazione delle piante malate un aiuto importante può arrivare dall’impiego di droni, come anche di altri velivoli e trattori dotati di sensori multispettrali, in grado di rilevare in maniera sempre più precoce la presenza di piante malate.
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Tuttavia non è sempre facile individuare le piante malate, soprattutto quando si hanno molti ettari da gestire. Proprio a partire da questo presupposto, nel corso degli anni, si sono sviluppate differenti metodologie per identificare in maniera rapida la diffusione della malattia.
Ad esempio, il Consorzio Tutela Prosecco DOC, nel 2022, ha provveduto ad effettuare una mappatura spaziale delle piante infette attraverso l’uso di droni equipaggiati con camere multispettrali. Questi velivoli hanno sorvolato 1.200 ettari di vigneto utilizzando tali sensori per identificare le piante sintomatiche. I dati sono poi stati strutturati in mappe in cui era possibile avere una percentuale dell’incidenza della malattia e della sua gravità.
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Fonte: Agronotizie.it