Il Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP dona tre arnie a un’azienda agricola che coltiva finocchietto selvatico per aiutare l’impollinazione naturale e promuovere la sostenibilità.
Le api sono le sentinelle dell’ecosistema, il barometro dello stato in cui si trovano i nostri territori. Per questo motivo il Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP promuove un progetto di tutela e prolificazione delle api donando tre arnie a un’azienda produttrice di finocchietto selvatico elemento insostituibile per la Finocchiona IGP, a cui deve persino il nome.
“È un’iniziativa splendida – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi – e due sono principalmente i motivi. Il primo perché esalta le eccellenze: partendo da un ingrediente che definirei identitario per la Toscana, come è il finocchietto, si giunge alla produzione del prodotto finito, la finocchiona appunto, uno dei fiori all’occhiello dell’agroalimentare toscano, che sta avendo sempre più successo anche all’estero, e che stiamo provando a spingere anche oltreoceano, attivando una stretta collaborazione con le autorità USA. Il secondo motivo è perché mette in evidenza la naturalità del sistema: grazie alla sapienza del Consorzio della Finocchiona, è stato riprodotto idealmente un po’ quello che accadeva un tempo nella fattoria toscana, proprio come il buon allevatore e il buon agricoltore toscani hanno sempre creato: un sistema equilibrato, capace di integrare tra loro filiere e prodotti, col risultato di mostrare quanto la Toscana di qualità sia sostenibile e rispettosa dell’ambiente, sia insomma un tutt’uno con la natura”.
Una prima donazione a cui ne seguiranno altre. “La Finocchiona IGP nasce dallo stretto legame con il territorio ed i suoi frutti. Il Consorzio vuole fare in modo che al territorio torni qualcosa in termini di sostenibilità ed ecologia: il progetto vuole proteggere l’ambiente e aiutare l’impollinazione naturale grazie alle api bottinatrici delle casette” – racconta il Presidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, Alessandro Iacomoni. “Con questa attività vogliamo dare valore aggiunto al territorio in termini di mantenimento della biodiversità e preservazione dell’ambiante. Dobbiamo prenderci cura di ciò che ci circonda: “siamo quello che mangiamo”, spiegava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach già 160 anni orsono, e tutto ciò che facciamo nella nostra quotidianità si trova all’interno di un quadro ben più ampio, complesso e soprattutto molto delicato che è l’ambiente che ci circonda. Uno stile di vita sano, equilibrato e consapevole si sposa con l’importanza di vivere in un ambiente altrettanto sano, rigoglioso e protetto dai rischi causati dall’inquinamento, dai pesticidi e dalle sostanze chimiche, nocive per i nostri terreni e le nostre acque. La ricetta della Finocchiona IGP nasce secoli fa dalla conoscenza di questi territori, dal saper utilizzare le risorse dei semi e dei fiori di finocchio spontaneamente offerti da Madre Natura, la stessa che ci chiede aiuto e protezione oggi”, conclude Iacomoni.
Prosegue la Vicepresidente del Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, Antonella Gerini “Questo è un primo passo da parte del Consorzio per spingere tutti noi ad una maggiore consapevolezza e ad un maggior rispetto per tutto quello che ci circonda, dove la qualità di ciò che mangiamo e dall’ambiente in cui viviamo siano un binomio imprescindibile. Vogliamo posizionare in futuro altre casette presso altre zone di particolare interesse in collaborazione con la Regione, per preservare la biodiversità e per dare ulteriore valore ai nostri territori grazie all’aiuto delle api”.