Alle prese con un 2020 sconvolto dalla pandemia e dalle conseguenti difficoltà di mercato, la Finocchiona IGP reagisce mostrando lo spirito di resilienza degli operatori certificati, capaci di rispondere all’emergenza con coraggio e creatività, e una sostanziale tenuta dei fondamentali economico-produttivi che pongono la filiera nella condizione di poter cogliere al meglio le opportunità legate alla ripresa post-Covid.
I dati raccolti ed elaborati dal Consorzio di Tutela della Regina dei salumi toscani evidenziano un calo tutto sommato contenuto dei volumi produttivi certificati, con note positive per quanto riguarda l’andamento del prodotto affettato e del biologico, la stabilizzazione del mercato interno e comunitario, la crescita nei Paesi extra-UE.
Nel 2020 la produzione di Finocchiona IGP, pari a circa 1 milione 490 mila chilogrammi certificati, si è ridotta del 2,63% rispetto all’anno precedente, registrando una contrazione percentuale più lieve nel numero di pezzi prodotti (-0,30%, pari a poco più di 2.200 unità in meno immesse nel mercato) che riflette comunque una minore richiesta da parte del mercato.
Se il prodotto intero certificato subisce un calo dell’1,84% sul 2019, è tuttavia il porzionato (tranci) a registrare la perdita di maggior rilievo (-9,38%), stante il sostanziale blocco del canale Horeca a cui è destinata normalmente buona parte del prodotto confezionato sottovuoto.
In netta controtendenza rispetto all’andamento complessivo della produzione è, invece, il dato relativo all’affettato: nel 2020 sono stati immessi sul mercato oltre tre milioni di vaschette corrispondenti a 312 mila chilogrammi di Finocchiona IGP affettata, (con un incremento del 7,11% sul 2019 (+8,12% in termini di numero di vaschette).
Quest’ultimo dato è ancor più positivo se riferito alla sola quota afferente ai Soci aderenti al Consorzio: le imprese associate chiudono l’anno appena trascorso con una produzione di affettato pari a circa 270 mila chilogrammi (quasi 2 milioni 698 mila vaschette), segnando una crescita percentuale sul 2019 più alta rispetto alla performance positiva attribuita all’insieme delle aziende affettatrici certificate (+9,10% in Kg e +8,84% in n. di vaschette).
Ai sensi del disciplinare, la Finocchiona IGP può essere prodotta solamente in Toscana: la provincia di Arezzo, con quasi 610 mila Kg di insaccato lavorato, rappresenta il 40,95% della produzione certificata, aumentando del 5,36% i quantitativi immessi sul mercato rispetto al 2019, con una stima di circa 8 milioni di euro di vendite per le aziende del comparto salumeria; segue Siena con il 27,99% di produzione certificata e quasi 5,4 milioni di euro di stima di vendita, con la presenza nel suo territorio del maggior numero di aziende consociate (14). Sul terzo gradino del podio la provincia di Firenze, in decisa crescita rispetto al 2019, con il 23,21% della produzione certificata e stime di vendita per circa 4,5 milioni di euro. Cresce significativamente anche la provincia di Grosseto (+26,71% di prodotto totale certificato sul 2019).
Il mercato principale per la Finocchiona IGP si conferma essere l’Italia che detiene il 72,21% delle quote. Nel mercato dell’Unione Europea il dato si attesta al 25,42%, in leggero ribasso rispetto all’anno precedente, con la Germania che fa ancora da padrona registrando il 16,32% delle quote di mercato. Sempre in UE, seguono poi i mercati di Belgio, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca. Il dato più interessante si registra però nei Paesi extra UE, dove il consumo è cresciuto, portandosi dall’1,6% al 2,41% del prodotto certificato ed immesso sul mercato, guidati da Canada, Inghilterra (fuori dall’Unione a partire dal 1° gennaio 2021), Giappone e Svizzera.
In particolare è il dato del Canada – che ha più che raddoppiato le quantità di Finocchiona IGP importate (+137,9%) – a impressionare, sorpassando quelli di Olanda, Danimarca e Inghilterra; notizia interessante perché indica che la qualità arriva anche Oltreoceano e non è solo in Italia che si apprezza il pregiato insaccato toscano.
I numeri della Finocchiona IGP rimangono positivi anche tradotti in valore economico: si stimano, per l’anno 2020, circa 11,2 milioni di euro alla produzione e 19,4 milioni di euro alla vendita.
Molto interessanti appaiono, infine, i dati registrati dal prodotto certificato biologico ma anche dalla Finocchiona IGP da carne di Cinta Senese DOP, a dimostrazione del fatto che le aziende consorziate sono sempre più orientate ad incontrare il gusto di consumatori che rivolgono maggiore attenzione al segmento degli insaccati bio e alle produzioni di elevata qualità strettamente legate ai territori.
Se il significativo “balzo” produttivo della Finocchiona IGP di Cinta Senese DOP (+70,22% sul 2019) è comunque circoscritto a quantità ancora relativamente contenute in valore assoluto (7 mila Kg, pari allo 0,52% del totale certificato 2020), la produzione in regime biologico rappresenta il 6,03% del totale (rispetto al 3,56% del 2019), con oltre 81 mila chilogrammi insaccati (+58,9% rispetto all’anno precedente, partendo da quota 51 mila), a cui occorre aggiungere ulteriori 2.600 Kg circa (0,19% sul totale certificato 2020) di Finocchiona IGP di Cinta Senese DOP Biologica.
Un segmento, quello rappresentato dal Bio, su cui puntare decisamente in prospettiva futura per la conquista di nuove quote di mercato.