La campagna siciliana dell’uva di varietà Italia è iniziata da pochi giorni e per capire come si prospetta è stato intervistato Salvatore Lodico, presidente del Consorzio di tutela dell’Uva da tavola di Canicattì IGP.
L’area della Indicazione Geografica protetta include i territori di 24 Comuni tra le province di Agrigento e Caltanissetta e riguarda la sola produzione di uva della varietà Italia. In accordo con il disciplinare, l’uva a marchio IGP può essere raccolta solo se raggiunge la corretta maturazione a “15 gradi babo”, corrispondente a 17 gradi brix o poco più.
“Questa campagna 2020 – ha detto Lodico – sembrerebbe un’annata favorevole. I presupposti ci sono tutti perché, oltre alla dolcezza, l’uva ha quel tipico sapore di moscato che la caratterizza tra tutte le altre varietà esistenti al mondo. L’anno scorso, purtroppo, è mancata proprio tale caratteristica, a causa dell’andamento climatico piuttosto bizzarro a cui abbiamo assistito. Veniamo, come molti ricorderanno, da due anni negativi perché nel 2018 si ebbe il fenomeno del cracking, con il prodotto rovinato in campagna dalla spaccatura degli acini e dalla conseguente marcescenza; nell’anno 2019, invece, abbiamo avuto cambiamenti climatici repentini che, con molto freddo all’inizio, poi caldo, poi di nuovo freddo e caldo nel periodo dell’invaiatura, hanno determinato una bassa qualità organolettica complessiva che non ha reso il nostro prodotto in grado di distinguersi adeguatamente tra le altre uve proposte sui mercati, facendoci perdere quote nel segmento“.
“Quest’anno abbiamo iniziato a raccogliere da poco – ha proseguito il presidente – Il mercato, al momento, è già invaso da tante tipologie di uva, a partire dalla Victoria che è ancora presente e dalle numerose apirene. L’uva Italia, però, è ritornata ad avere il suo tipico gusto di moscato e quindi siamo perfettamente in gioco. Per il momento, evadiamo piccoli quantitativi, ma la stagione entrerà nel vivo a giorni, quando apriremo la commercializzazione anche alla GDO che ha già chiesto ai nostri soci confezionatori di partire con alcune promozioni di lancio“.
Qual è lo stato di salute del Consorzio?
“Il Consorzio di tutela e promozione gode di ottima salute – ha risposto l’esperto – e i nostri soci hanno capito l’importanza del marchio proprio in questi ultimi due anni difficilissimi, in cui molte aziende del settore hanno rischiato il tracollo. E’ stata l’appartenenza al marchio IGP a fare la differenza, con il proprio valore aggiunto, attraverso cui ha garantito gli associati. Le adesioni sono aumentate anche quest’anno, sebbene in modo contenuto, ma la tendenza rimane positiva, con 90 associati complessivi, 14 dei quali sono confezionatori. Frattanto, abbiamo avviato i controlli sull’offerta in circolazione, al fine di garantire tanto i nostri soci, quanto i consumatori finali“.
Fonte: FreshPlaza.it