Negli ultimi anni si è delineato uno sviluppo significativo della pubblicazione e della condivisione di contenuti aventi come tema centrale quello del cibo, i quali pullulano su mass media, stampa e Internet – si pensi ai numerosi food blogger sul Web o ai food influencer di Instagram. Le potenzialità creative ed evolutive di tale fenomeno, tuttavia, sono state minate dall’utilizzo improprio – se non dalla totale assenza – del bagaglio informativo e terminologico specifico della cultura enogastronomica, in mancanza di un supporto adeguato che consentisse a tale tendenza di conquistare una propria autonomia e un’identità forte. In tale contesto, il Dizionario dei prodotti DOP e IGP si inserisce come fonte autorevole in grado di diffondere strumenti linguistici e culturali appropriati per poter parlare del mondo del cibo – in particolare dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli a qualità certificata – con cognizione e capacità critiche, adottando un registro puntuale e specialistico e un sapere ufficiale. Il Dizionario presenta 822 lemmi (526 Wine e 296 Food), che definiscono le produzioni DOP IGP italiane riconosciute a livello comunitario nel registro europeo.
La linea guida adottata per la loro elaborazione si è focalizzata sul destinatario trasversale e variegato di Treccani. Pertanto, il criterio fondamentale è stato quello della chiarezza espositiva: linearità e brevità sono state l’esito di precise scelte quantitative e qualitative, per le quali si è dovuto riflettere su quante e quali informazioni veicolare. Infatti, la complessità, la corposità e l’intrinseca eterogeneità dei prodotti e delle loro descrizioni non sempre hanno reso possibile riportare in maniera completa ed esauriente tutti i dati disponibili; l’esito sarebbe stato una voce dispersiva e poco economica in termini di spazio, laddove la brevitas rappresenta invece un requisito indispensabile per operare coerentemente ai criteri editoriali prefissati. Per ovviare a tale problematica, ciascuna definizione è accompagnata in basso da un link che rimanda alla scheda completa e approfondita delle denominazioni sul portale Qualigeo. Per quanto concerne la metodologia adottata per la redazione dei lemmi, i prodotti di entrambi i settori Food e Wine sono stati analizzati in maniera tale da ricavarne principalmente la descrizione generale e la zona di produzione. A queste seguono, poi, dati più dettagliati relativi all’uvaggio e alle tipologie di vino, nel caso delle denominazioni vinicole, o riguardanti le note distintive e le caratteristiche organolettiche, nel caso di quelle agroalimentari.
Il lavoro ha preso forma partendo dall’analisi delle schede Wine, che hanno presentato delle criticità a causa tanto della loro corposità, quanto dei tecnicismi delle descrizioni. La conoscenza del vino, infatti, è di tipo settoriale: emblematici sono il linguaggio specialistico e dettagliato e i dati accurati (spesso espressi in percentuali) sui vitigni, l’uvaggio, le tipologie di vino e la relativa descrizione. Tale fattore, unitamente alla consistenza numerica delle schede, ha richiesto maggiori attenzioni per rendere il lemma fruibile per un vasto bacino d’utenza. Il risultato finale, dunque, è stato la stesura di una definizione il più scorrevole possibile, che conserva solo l’essenziale utile a carpire in modo chiaro le informazioni sul prodotto. L’analisi delle schede del settore agroalimentare è risultata agevole, data la maggiore comprensibilità delle denominazioni, sebbene la notevole varietà del settore Food abbia spinto ad attenuare la schematicità cui si era fatto ricorso per i vini (esso, infatti, si suddivide in più categorie: carni fresche, prodotti a base di carne, formaggi, altri prodotti di origine animale, oli e grassi, ortofrutticoli e cereali, pesci e molluschi, altri prodotti dell’allegato I, prodotti di panetteria e pasticceria, pasta alimentare e oli essenziali). Tuttavia, questo ci ha permesso di enfatizzare le caratteristiche distintive, che hanno reso le definizioni più interessanti, oltre che discorsive. Complessivamente, si è proceduto, mediante un minuzioso lavoro di labor limae, a una sintesi selettiva degli aspetti più rilevanti dei prodotti a marchio DOP IGP e, attraverso un’operazione di semplificazione e omogeneizzazione, si è giunti all’elaborazione di un lemma il più possibile chiaro ed esaustivo.
a cura di Giorgia Scala
Fonte: Consortium 2018/01