L’olio extravergine di oliva Chianti Classico DOP è ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Leccino, Frantoio, Correggiolo e Moraiolo. La zona di produzione si estende a numerosi comuni della provincia di Siena e Firenze, in Toscana. Si presenta con un colore verde intenso o con sfumature dorate. L’odore è fruttato, di media intensità e conserva un aroma deciso di oliva. Dal sapore piccante, ha un retrogusto amaro di carciofo e cardo. Alla guida del Consorzio di tutela c’è il presidente Gianni Pruneti, al quale Consortium ha rivolto alcune domande.
Presidente, qual è il numero di produttori iscritti alla vostra DOP aggiornato all’ultimo anno? I nostri soci sono 208 e siamo molto soddisfatti nel dire che il trend positivo di crescita della base sociale continua in modo costante: il raccolto 2021 vedrà un numero sempre maggiore di produttori.
Ritenete che il valore di mercato della vostra denominazione sia soddisfacente? Il Chianti Classico DOP è un prodotto di altissima qualità, riconosciuto dai cultori dell’olio. Ha enormi potenzialità di crescita, come dimostrato dal continuo aumento sia del valore che delle aziende produttrici, e stiamo lavorando perché sia sempre più presente nell’Horeca e nella vendita diretta: sono i nostri canali di riferimento, dove viene riconosciuto a pieno titolo il valore aggiunto della DOP.
Qual è il mercato di riferimento della vostra denominazione? Quali sono i mercati stranieri più interessanti per voi? Per il Chianti Classico DOP l’export è fondamentale: le nostre relazioni con il mercato nordamericano sono storiche e molto solide, ma non si devono dimenticare anche l’Inghilterra, la Germania e il Giappone. In questi Paesi la cultura gastronomica di alto livello è ormai consolidata e il made in Italy, inclusi i prodotti agroalimentari del nostro territorio, esercita un fascino indiscutibile.
Quali sono i punti di forza e i punti di debolezza della vostra denominazione? La parola chiave è una: qualità. Dietro ad un elevato livello qualitativo c’è un complesso sistema di fattori che lo determinano come, ad esempio, l’attenzione al territorio, che è un patrimonio da tutelare nell’ottica della sostenibilità in cui si impegnano sempre di più le nostre aziende. Non bisogna però dimenticare che produrre olio DOP richiede una grandissima competenza agronomica e tecnica, in cui la lunga tradizione della nostra terra è da anni affiancata e affinata da una continua innovazione e condivisione delle conoscenze acquisite. La crescita di un territorio è necessariamente un movimento collettivo e la nostra è una terra molto vocata, che il fattore umano deve saper valorizzare per raggiungere i massimi livelli di espressione. In breve, anche con i “fondamentali” giusti sono essenziali gli investimenti, non solo economici, ma anche culturali: è questa la strada intrapresa dal Consorzio anni fa ed è anche la strada tracciata per il futuro. Come punto di debolezza, oggi scontiamo un retaggio del passato, cioè la mancanza di una cultura diffusa dell’olio d’eccellenza, ma fortunatamente in questi anni stiamo già vedendo un’inversione di rotta. La sfida che abbiamo davanti è impegnarci su tutti i mercati per comunicare sempre meglio l’unicità del nostro olio e la sua riconoscibilità, forti anche del simbolo del Gallo Nero che identifica questa terra già dal Medioevo.
Fonte: Consortium 2021_03