L’olio extravergine di oliva Cartoceto DOP è ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Leccino, Frantoio e Raggiala. La zona di produzione e trasformazione comprende, in tutto o in parte, il territorio di alcuni comuni della provincia di Pesaro e Urbino, nella regione Marche. L’olio extravergine di oliva Cartoceto DOP è verde e può avere un riflesso giallo oro per gli oli molto freschi, che diventa giallo oro con lievi note verdognole per quelli più maturi. Il sapore è armonico, con sensazione variegata di fruttato verde, dolce, amaro e piccante ed eventuale retrogusto di mandorla verde e carciofo. Alla guida del Consorzio di tutela il presidente Tommaso Maggioli al quale Consortium ha rivolto alcune domande.
Presidente, qual è il numero di produttori iscritti alla vostra DOP aggiornato all’ultimo anno? Sono iscritte 22 aziende.
Ritenete che il valore di mercato della vostra denominazione sia soddisfacente? Il valore di mercato attualmente è sodisfacente, l’attuale prezzo consente anche di poter fare degli investimenti in prospettiva. Che con l’olio non ci si arricchisca resta un dato di fatto, ma il mercato adesso ha cominciato a capire la differenza fra olio di qualità e olio generico. La mia sensazione è che questo processo sia cominciato da pochi anni. Adesso, ad esempio, si inizia a capire anche come utilizzare l’olio di qualità in cucina: gli stessi clienti ci riferiscono che, avendo mangiato prevalentemente a casa in questi due anni, hanno iniziato a scegliere oli buoni per condire. La strada è quella giusta, ma bisogna ancora insistere sulla comunicazione per far capire il valore aggiunto di una DOP IGP, anche in termini di controllo e tracciabilità. Infatti, la certificazione prima era apprezzata più all’estero che in Italia; adesso questa tendenza sta cambiando: DOP e IGP non sono più considerati marchi fine a se stessi, ma cominciano ad essere percepiti come una garanzia.
Qual è il mercato di riferimento della vostra denominazione? Quali sono i mercati stranieri più interessanti per voi? Abbiamo vendita locale, ovviamente. Siamo posizionati bene al nord Italia, soprattutto nel nord est, ma abbiamo ottimi canali di vendita anche sul mercato di Roma e del Lazio in generale. Per quanto riguarda l’estero, siamo presenti in nord Europa: Paesi Bassi, Germania, Danimarca. Questi citati sono i mercati di riferimento più importanti del Cartoceto DOP, ma anche la Svizzera è molto interessante. Nonostante i due anni di pandemia, abbiamo lavorato sempre, anche con l’estero. È invece mancata del tutto la vendita legata all’incoming dei turisti stranieri e ai gruppi in vacanza in Italia che venivano nelle nostre aziende agricole. Ma, in concomitanza al crollo del turismo, si è sviluppata la vendita online e in molti si stanno trovando bene con questo canale.
Quali sono i punti di forza e i punti di debolezza della vostra denominazione? Essendo una DOP molto piccola, che si sviluppa solo su 4 comuni, c’è un bel rapporto di aiuto reciproco fra i produttori, c’è molta collaborazione. La nostra debolezza è sempre legata alle nostre dimensioni perché, trattandosi di una DOP piccola, si fa difficoltà ad affrontare i mercati che richiedono numeri importanti, come Cina e Russia.
Fonte: Consortium 2021_03