Storica modifica al disciplinare delle due DOP irpine Fiano di Avellino DOP e Greco di Tufo DOP: finalmente si potrà usare il termine riserva per i bianchi. Un riconoscimento alle capacità di invecchiamento uniche di queste produzioni.
Una svolta epocale per la viticoltura irpina finalmente Fiano di Avellino DOP e Greco di Tufo DOP potranno fregiarsi della denominazione Riserva. Per poter aggiungere questa parola in etichetta sono stati necessari quasi vent`anni ma alla fine i produttori hanno trovato l`accorDo e le loro idea son ostate concretizzate dal Consorzio di Tutela Vini d`Irpinia presieduto da Stefano Di Marzo, inviate al ministero che ha dato il via libera con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Gia dalla vendemmia 2019 si può bere un Fiano di Avellino DOP riserva. Sul piano specifico, per il Fiano di Avellino DOP (DOCG) è stato chiesto l`inserimento della nuova tipologia “Riserva” e di eliminare la dicitura “vino bianco” dopo il nome della denominazione. E stato chiesto l`inserimento del periodo minimo di invecchiamento per la tipologia “Riserva” e la data da cui decorre tale periodo. Infine, per quanto riguarda il sapore, è stato chiesto di adoperare il termine “secco”, oltre alle caratteristiche al consumo per la nuova tipologia “Riserva”.
Per il Greco di Tufo DOP è stato chiesto di eliminare l`aggettivo “bianco” e di inserire le nuove tipologie: “Greco di Tufo DOP riserva” e “Greco di Tufo DOP Spumante riserva” a conferma della grande vocazione di questo vitigno alla spumantizzazione. Anche in questo caso con l`inserimento del periodo minimo di invecchiamento per la tipologia riserva, oltre all`inserimento delle caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche. Per la tipologia “Spumante” vengono ampliate le tipologie zuccherine previste, nelle caratteristiche al sapore, portando il limite massimo alla tipologia”extradry”.
Fonte: Il Mattino