DOP, IGP e non solo: la Regione Veneto annuncia 6,5 milioni per la promozione del cibo veneto certificato
La Fiera di Godega, trasformata in un ambulatorio vaccinale per lunghi mesi, torna alle esposizioni e lo fa con il meglio delle DOP del Veneto. Anzi con il Festival delle Denominazioni, che sono 90 e che, come ha annunciato l’assessore all’Agricoltura, Federico Caner, potranno contare su 6 milioni e mezzo di fondi per la promozione. Ormai prossimo il bando.
Nei nuovissimi padiglioni ecco la bancarella del Prosecco DOP. Accanto, quella del Conegliano-Valdobbiadene-Prosecco DOP. Il Soave DOP le controlla. Per i formaggi, c’è solo difficoltà di scelta: il Piave DOP, l’Asiago DOP e il Montasio DOP. Le cooperative si contendono i gusti con i piccoli, ma agguerriti caseifici. Lorenzo Brugnera, capo della Soligo, osserva con un sorriso malizioso, forte della crescita delle sue produzioni.
Il salone porta la firma di Veneto Agricoltura e del Comune di Godega Sant’Urbano. Da una parte della fila ci sono le castagne di Monfenera IGP, dall’altra quelle di Combai IGP.
Le standiste si tengono d’occhio. E poi gli asparagi, gli insaccati, altri vini ancora. Una trentina i Consorzi di Tutela dei prodotti DOP, IGP e STG che non hanno voluto mancare. “Vogliamo far vincere la qualità, piuttosto che la quantità”, interviene Paolo Guzzo, il sindaco. “E allora”, s’inserisce l’europarlamentare Toni Da Re “fermiamo il Prosek: il vino croato ha diritto di esistere, ma non di portarci via il lavoro”. Quello che vale 700 milioni di bottiglie. “Sono fiducioso, il 2 novembre ci confronteremo tra Regione, Ministero e Consorzi sull’istruttoria da concludere e da presentare a Bruxelles. Una soluzione è a nostra portata”. La “pistola fumante” che sta confezionando il presidente Zaia con l’Avvocatura della Regione? “C’è, c’è, ma Luca non l’ha riferita neppure a me”, ammette Caner che ricorda: “Prosek è il nome in lingua slovena del paese Prosecco, sul Carso, e questo territorio fa parte del territorio consortile. Quindi…”. Sarebbe troppo semplice, questa soluzione.
Le presenze, da tutto il Veneto e dal vicino Friuli, si dividono tra le bancarelle e la sala degustazioni. I momenti più partecipati sono quelli in cui il pubblico può apprezzare le pizze: venete naturalmente.
Ma l’interesse non manca anche per il biologico. Sono presenti, infatti – ed è la prima volta – anche i nuovi Distretti del Cibo veneti, realtà legate alla produzione biologica e tradizionale, da poco riconosciuti dalla Regione in forza di una legge nazionale. Si tratta del Distretto del Cibo della Marca Trevigiana, del BioVerona e del BioVenezia. All’esterno dei padiglioni fieristici c’è stato l’assalto alla grande “rostidora” di Marroni di Combai IGP e del Monfenera IGP.
Fonte: la Tribuna di Treviso