Federdoc con il presidente Riccardo Ricci Curbastro e il Consorzio Vino Chianti Classico con Giuseppe Liberatore testimonial dell’efficienza italiana in Germania. Il sistema delle denominazioni DOP e IGP e dei Consorzi di tutela, che hanno contribuito nel tempo a codificare il valore del terroir nella definizione del concetto di qualità, sono stati scelti come riferimento dai tedeschi che hanno analizzato vizi e virtù dell’Europa del vino: il nostro Paese è stato invitato e preso a modello in occasione di Intervitis, la fiera di Stoccarda dedicata alle tecnologie enologiche in cui si è svolta la convention internazionale organizzata dalla Deutscher Weinbauverband (l’associazione dei viticoltori tedeschi) e dedicata alle politiche europee per il comparto vitivinicolo.
Tra i punti di forza italiani emersi a Stoccarda c’è il Testo Unico della vite e del vino, che ha semplificato i procedimenti grazie al lavoro di tutta la filiera affidato poi alla politica, e c’è anche lo stesso sistema dei Consorzi, che si è dimostrato valido pur in un contesto di notevole peculiarità e diversità dei territori. L’Italia è stata invitata in particolare dalla Germania a illustrare la gestione del rapporto tra la qualità e l’origine dei vini come modello applicabile altrove, soprattutto di fronte all’avanzamento della globalizzazione che pone in primo piano la questione di come configurare e proteggere questo sistema di origine.
Fonte: Italia Oggi