Fattore Comune 2024: il resoconto in bianco e nero della 7ma edizione, su quanto è stato detto dai rappresentanti delle nostre produzioni tutelate dall’Unione Europea.
Fattore Comune 2024, l’annuale incontro fra le produzioni DOP e IGP del nostro territorio, aveva ufficialmente aperto i battenti venerdì 9, dove nel primo pomeriggio dal palco del Teatro di Sori si è dato il via alle interviste di rito, condotte da due “mattatori” come Lucio Bernini e Tinto (Nicola Prudente), noto personaggio radiotelevisivo, qui per la terza volta. A rispondere alle domande, rappresentanti di realtà produttive tutelate, provenienti da Piemonte, Lombardia, Emilia–Romagna, Veneto, Liguria e Toscana, ma nelle passate edizioni sono state oltre 38 le specialità italiane presentate da questo palco. La manifestazione si è poi conclusa notte inoltrata nel ristorante Alfredo a Recco, dove era stata preparata una nutrita degustazione dei prodotti presentati, curata dai cuochi del Consorzio di tutela della Focaccia col Formaggio di Recco, in collaborazione con studenti e professori dell’Istituto Statale per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera Marco Polo di Genova e Camogli. L’invito, a numero chiuso, era però rivolto solo ad amministratori locali, giornalisti, food blogger, opinion maker.
Portando i loro saluti, i due sindaci dei comuni ospitanti, Marco Visca per Sori e Carlo Gandolfo per Recco, hanno parlato tra l’altro dell’importanza della sinergia tra i comuni del Golfo Paradiso, che con i comuni di Camogli e Avegno rientrano nel bacino di produzione del Consorzio di tutela della Focaccia col Formaggio di Recco IGP.
Ad essere intervistato per primo è stato Cesare Mazzetti, un uomo che dopo aver guidato per anni il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, oggi è presidente della Fondazione Qualivita, ente non profit nato nel 2000 grazie a Paolo De Castro e Mauro Rosati, che si occupa della valorizzazione e tutela delle produzioni agroalimentari e vitivinicole di qualità a livello europeo. Parlando dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, Mazzetti lo definisce
“Il nostro oro. Un prodotto – dice – che per realizzarlo ci vuole tanto tempo: quasi un paradosso nella terra della velocità”, dice. L’Aceto Balsamico di Modena IGP è per sua natura un prodotto di altissima qualità dalle lontane origini. “Ci vogliono circa 12 anni con il metodo tradizionale per produrne un litro dai mille litri iniziali messi in botte”, spiega ancora Mazzetti che, parlando dell’azienda di famiglia, Mazzetti l’Originale Aceto Balsamico di Modena IGP, puntualizza con una vena d’ironia, “Noi ne produciamo14mila litri l’anno di quello tradizionale, contro le migliaia prodotte di quello più comune”.
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L’evento è proseguito con gli interventi del Consorzio di tutela Pecorino delle Balze Volterrane DOP, Consorzio di tutela vini dell’Oltrepò Pavese, Consorzio per la Tutela del Formaggio Silter DOP, Consorzio di Tutela Salumi DOP Piacentini, Coripanf (Panforte di Siena IGP e Ricciarelli di Siena IGP), Marrone della Valle di Susa IGP, Consorzio per la tutela dei vini DOP e IGP Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante e Assaggia la Liguria, che riunisce Il Consorzio di tutela del Basilico Genovese DOP e quello dell’Olio Riviera Ligure DOP, in collaborazione all’Enoteca Regionale della Liguria
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Fonte: NewsFood.com