È approdata in udienza preliminare l’inchiesta sui falsi prosciutti DOP. Si tratta della prima tranche di indagati: 24 persone fisiche e 10 fra aziende e i due enti Ineq e Ipq, incaricati di vigilare sul rispetto del disciplinare. È stato fissato un calendario fino al 13 gennaio, data in cui si chiuderà l’udienza preliminare. La Procura contesta a vario titolo la frode nell’esercizio del commercio e contraffazione di alimenti DOP e a otto indagati una truffa e una tentata truffa alla Regione per ottenere contributi europei. Per otto posizioni, infine, è stata ipotizzata l’associazione per delinquere, ritenuta non provata tuttavia sia dal Riesame siadalla Cassazione. Per altri 37 allevatori e 15 società agricole, invece, il processo comincerà il 17 settembre al tribunale monocratico.
Su una lista di 33 persone offese solo cinque si sono costituite parte civile ieri dinanzi al gip Rodolfo Piccin: il Consorzio del prosciutto di San Daniele l’associazione di categoria Codici onlus, la Centrale adriatica società cooperativa di Anzola dell’Emilia, la Società cooperativa Italia di Casalecchio di Reno e l’impresa Morgante srl di San Daniele. Non si sono costituiti invece la Regione, il Comune diAviano (dove ha sede il macello nel mirino degli inquirenti) e l’Agenzia delle entrate. Il 24 giugno Piccin deciderà sulle ammissioni delle parti civili, raccoglierà le istanze di patteggiamento o rito abbreviato e valuterà le eccezioni sollevate dalle difese.
«Siamo convinti che non ci siano responsabilità riguardo alle ipotesi di frode in commercio contestate», ha sottolineato l’avvocato Luca Ponti. Era stata avanzata una proposta di patteggiamento che prevedeva una pena pecuniaria sostitutiva per la sola ipotesi di truffa, con assoluzione dalle altre accuse, per l’imprenditore sandanielese Stefano Fantinel e la società Gruppo carni friulane, nonché l’assoluzione per altre quattro posizioni, ma la proposta ha ricevuto il parere negativo del pm. L’avvocato Federica Tosel, che assiste il veterinario Aurelio Lino Grassi, ha sollevato l’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, in quanto la motivazione del giudice nei decreti di proroga è carente. Analoga eccezione è stata sollevata per Nadia Di Giorgio e Silvio Lizzi. L’avvocato Roberto Mete ha eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale di Pordenone per Francesco Ciani, dg di Ineq, accusato di omissioni correlate agli obblighi istituzionali, in quanto il radicamento delle competenze e funzioni operative dell’istituto era confinato al territorio di San Daniele del Friuli, dove aveva sede. Riguardo all’Istituto nordest qualità, Mete ha chiesto l’accertamento dell’estinzione dell’illecito (responsabilità amministrativa) l’Ineq non esiste più, è stato cancellato dal registro delle imprese dopo la liquidazione. L’incompetenza territoriale è stata eccepita per la posizione di Giuseppe Presacco dall’avvocato Piergiorgio Bertoli.
Fonte: Messaggero Veneto