Il Centro
Collezione di gran menzioni per la dritta moscufese o loretana e per l’intosso casolano in tutte le categorie del concorso “Sol d’oro”, la vetrina veronese che promuove l’eccellenza olivicola e agroalimentare in concomitanza con Vinitaly. L’Abruzzo dell’extravergine d’oliva di qualità risponde con i fatti al chiacchiericcio mediatico alimentato dalle vignette del New York Times sul “suicidio” dell’extravergine “italiano”. «Con la dritta abbiamo sbaragliato la concorrenza» esulta Silvano Ferri, presidente Consorzio di tutela dell’Extravergine di oliva Aprutino Pescarese DOP e presidente Federdop.
I piazzamenti abruzzesi ai vertici delle classifiche – Sol d’oro al monovarietale Dritta dell’azienda La Quagliera di Prisca Montani (Spoltore); Sol di bronzo per il fruttato leggero del Trappeto di Caprafico di Tommaso Masciantonio (Casoli) – fanno seguito ad un’estate dai picchi di calore ingovernabili e pioggia nel delicato momento della raccolta.
Un’annata complessa a cui produttori e frantoiani hanno fatto fronte lavorando sulla qualità secondo le tradizioni del territorio. Impegno rispecchiato dai risultati appena resi noti dal panel internazionale del Sol d’Oro, dove l’Abruzzo tiene testa all’incalzare della Spagna, partita vinta 10 a 5. Ecco le gran menzioni. Nella categoria Biologico è ancora il Trappeto di Caprafico dei Masciantonio (Casoli) a difendere i colori regionali. Il Fruttato intenso è appannaggio del Frantoio Hermes di Claudio Di Mercurio (Penne). Nel Fruttato leggero l’Abruzzo raddoppia con Adele De Antoniis (Garrufo di Sant’Omero). Nel Fruttato medio è rappresentato da La Selvotta (Vasto).
«Con la dritta abbiamo sbaragliato la concorrenza» esulta Silvano Ferri, presidente Consorzio di tutela dell’Extravergine di oliva Aprutino Pescarese DOP e presidente Federdop «una varietà finora messa all’angolo nel panorama varietale nazionale, in realtà tutta da scoprire e che altre soddisfazioni ci darà in futuro». La dritta è coriacea cultivar che da sempre caratterizza le colline vestine. Fruttato marcato, moderatamente piccante e note di carciofo, è componente base – con toccolana e leccino – della dop Aprutino pescarese. Produzione che va estendendo il suo areale ai territori pedemontani tra Gran Sasso e Maiella. «Siamo in attesa dell’approvazione da parte del Ministero. La richiesta di ampliamento della dop ai 34 comuni compresi nell’area» spiega Ferri «si impone in considerazione delle condizioni climatiche in evidente mutamento.
L’altitudine garantisce, assicura e protegge dai parassiti e dagli attacchi patogeni a vantaggio della qualità del prodotto. Dalle produzioni delle aree finora marginalizzate c’è da attendersi nei prossimi anni nuovo impulso e sviluppo all’economia del comparto agricolo regionale». E se nell’area vestina si contano ben oltre un milione e 300mila piante di olivo quasi tutte di varietà dritta, alle falde della Maiella orientale si opera per la valorizzazione della altrettanto rustica e pregiata cultivar di oliva intosso. Sull’altopiano di Caprafico la famiglia Masciantonio – Sol di bronzo 2014 con un blend a prevalenza intosso, lo scorso anno Sol d’oro nella stessa categoria di fruttato leggero – ne detiene la produzione insieme alla cooperativa Olivicola Casolana di Piano Laroma. Una nicchia di gusto e biodiversità da salvaguardare per rivitalizzare il territorio e l’economia rurale, secondo il progetto lanciato a fine 2013 da Gal Maiella Verde, Confesercenti di Chieti e Cescot Abruzzo. «L’incertezza dovuta all’annata difficile è stata dissipata dall’intensità di profumi e note organolettiche dell’extravergine ottenuto» commenta Tommaso Masciantonio «oro e argento alla Spagna sono segno di concorrenza crescente. Primo, secondo o terzo posto però non fa differenza, è la dimostrazione che lavorando sulla qualità i risultati arrivano per tutti».