Pecorino Romano DOP: il 35% del prodotto vola negli Stati Uniti dove le vendite sono cresciute del 25,6%. I produttori si muovono oggi in un quadro incerto. All’orizzonte c’è la Cina dove i numeri sono però ancora bassi
Le esportazioni di Pecorino Romano DOP crescono ma sul trend positivo pesa l’incertezza dei dazi americani. A guardare con attenzione quanto avviene negli Usa è il Consorzio per la tutela del Pecorino Romano DOP.
Anche perché la quota di prodotto esportato negli Stati Uniti vale più della metà del totale del prodotto esportato. «Il 35% del Pecorino Romano DOP che viene prodotto vola negli Stati Uniti – spiega Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, ma ci sono dati buoni anche per quanto riguarda gli altri Paesi dell’Unione europea e poi per Giappone, Canada e Brasile».
Il mercato nazionale vale il 40% del prodotto, mentre la differenza se la giocano Europa con il 16% e nel resto del mondo il 9%. I numeri con cui è stato chiuso il 2024, a sentire il presidente, sono più che positivi. I dati della campagna di produzione 2023-2024 del Pecorino Romano DOP «registrano risultati ottimi, che restituiscono ai mercati un forte segnale di stabilità e fissano premesse incoraggianti per il futuro, sia in Italia sia all’estero».
Nell’ultima campagna sono stati raccolti 297 milioni di litri di latte ovino, in incremento rispetto all’anno precedente del +11,56%. Di questi, 229 milioni di litri (il 77%) sono stati trasformati in Pecorino Romano DOP, per una quantità pari a 392mi1a quintali: un dato in crescita del 7,1% rispetto all’anno precedente, per un valore sul mercato di oltre 600 milioni di euro.
Quanto agli Stati Uniti, da gennaio a luglio 2024 c’è stato un aumento di vendite del 25,6%, per una quantità totale di quasi ottantamila quintali (63mila quintali nella campagna precedente), con un incremento di circa 17 mila quintali.
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Fonte: Il Sole 24 Ore – Sud