Sospiero di sollievo per il vino italiano in Russia, che non cadrà in larghissima parte sotto la tagliola dell’embargo decretato da Putin come ritorsione alle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina
Il rischio era di veder svanire circa 150 milioni di vendite su quel mercato, focalizzato nelle città di Mosca e San Pietroburgo. Nel 2021, anno record per l’export di vino italiano nel mondo, la Russia è il dodicesimo mercato di destinazione per il nostro vino, con una crescita del +18,4% su base annua.
Un mercato complesso, dice l’Osservatorio Qualivita Wine, nel quale l’Italia è riuscita ad imporsi con una crescita dell’export vinicolo del 91% in cinque anni.
L’Italia è il primo fornitore della Russia, coprendo il 30% delle importazioni vinicole complessive nel Paese, seguita dalla Francia con il 17%.
Resta comunque il 2021 un anno record per le nostre esportazioni di vino che hanno toccato il massimo storico di 7,1 miliardi di euro (+12,4%) e una bilancia commerciale, tra le più performanti del made in Italy, che segna un attivo di quasi 6,7 miliardi.
Nell’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, il balzo è legato alle produzioni DOP, che fanno meglio della media generale (+15,8% in valore) con gli spumanti (+25,3%) che grazie al ruolo trainante del Prosecco DOP (+32%) doppiano il pur lusinghiero incremento dei vini fermi (+12,3%).
Un anno forse irripetibile, dice il segretario di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: “ora però il quadro è preoccupante, con una serie di fattori che annunciano un anno difficile. La forte erosione dei margini data dall’escalation dei costi delle materie prime del settore, il quasi certo azzeramento del mercato russo e soprattutto una guerra che, accompagnata alla spirale inflazionistica, influirà in maniera pesante sulla fiducia e quindi sui consumi globali”.
L’Osservatorio Qualivita Wine entra nel merito dei vari mercati. L’Europa assorbe il 60% delle esportazioni in valore del vino italiano (4,28 miliardi di euro nel 2021 per una crescita di 351 milioni in un anno pari al +8,9%). L’America recupera la frenata del 2020 con una crescita del 16,7% per un valore di 2,23 miliardi.
Anche i mercati asiatici, che avevano riscontrato le maggiori difficoltà nel 2020 ( calo del -12,6%), nel 2021 hanno recuperato superando il mezzo miliardo di euro (+22,5%). Come singola destinazione gli Stati Uniti sono in testa con oltre 1,7 miliardi e da soli assorbono il 24,2% delle esportazioni vinicole made in Italy. Segue la Germania con 1,13 miliardi. Fra gli altri i mercati, molto bene il Canada (+10,9%) e soprattutto i Paesi Bassi, che segnano un +37% rispetto al 2019.
I risultati a livello territoriale – sempre secondo Qualivita Wine – mostrano una crescita dell’export per 19 regioni su 20 nel 2021, con crescite a doppia cifra per 13 regioni italiane. Le prime tre regioni – che esprimono oltre i due terzi dell’export italiano in valore – segnano ottimi risultati nel 2021: il Veneto raggiunge 2,5 miliardi (+11,1%), il Piemonte supera 1,2 miliardi (+12,2%) e la Toscana 1,1 miliardi (+16,4%).
Fonte: QN-Economia & Lavoro