Eccellenze dell’agroalimentare made in Italy ancora poco commercializzate. Dal 2010 al 2020 il reddito annuo pro capite cinese passerà, in media, da circa 4.400 a 12.300 dollari e la classe agiata desiderosa di prodotti alimentari di elevata qualità, crescerà da 24 milioni a 91 milioni di famiglie. Lo spazio per l’export delle nostre eccellenze è immenso, ma siamo già in forte ritardo rispetto ai nostri concorrenti europei. Nel 2013 l’Italia ha esportato prodotti del settore agroalimentare per un valore di circa 33 milioni di euro, il 6% in più rispetto al 2012, mentre l’export della zona UE, (a 28 Stati), è stato di circa 120 miliardi.
La destinazione del nostro agroalimentare ha avuto come sbocco per il 60% l’UE, circa 22,5 miliardi di dollari, in particolare la Germania, la Francia, il Regno Unito, l’Austria e i Paesi Bassi, mentre tra i Paesi extra UE troviamo gli USA con circa 2,9 miliardi, l’Asia con 2,8 miliardi e l’Africa con circa 1,1 miliardi, ma l’incremento maggiore si è avuto con l’Australia con un +13%: sul totale vanno segnalati il vino e i mosti (5,1 miliardi, +8%) e per l’agroalimentare l’ortofrutta frasca (4,5 miliardi, +6%), l’olio (1,3 miliardi, +10%) e la pasta (2,2 miliardi, +4%).
Fonte: Informatore Agrario