Un’avventura lunga sette anni. Il 31 marzo 2008 a Parigi, l’Italia di ogni colore politico festeggiava unita l’aggiudicazione di Expo 2015. E adesso ci siamo. Un’avventura macchiata da polemiche, ritardi, inchieste, scetticismi e proteste. Ma un’avventura che ha indubbiamente rimesso Milano e l’Italia al centro del mondo. Piace parlare di cibo, perché il cibo racconta la storia di un popolo, esprime il suo modo di essere e tramanda le sue tradizioni. Ii cibo è colorato, profumato e fonte di piacere. Il cibo è anche un problema per chi non ne ha, per chi ne consuma troppo, per chi non lo abbina ad un corretto stile di vita.
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita significa imparare i saperi e i sapori del mondo in una tavola planetaria ideale racchiusa nel milione di metri quadrati del sito espositivo. E significa interrogarsi su quale futuro avranno i nostri figli e su come sarà possibile superare le disuguaglianze fra ricchi e poveri. Forse per questo motivo intorno all’Expo 2015 si sono riunite le adesioni, i pensieri e le riflessioni di tante personalità: abbiamo ascoltato il richiamo accorato di Papa Francesco e visto le immagini poetiche di Ermanno Olmi; ci sono stati gli insegnamenti di scienziati come Umberto Veronesi e la testimonianza del Nobel Aung San Suu Kyi; c’è l’ONU che userà la Carta di Milano, eredità culturale di Expo 2015, per ridefinire gli obiettivi del millennio nella campagna Fame Zero.
Fonte: Corriere della Sera