Bollino nero per il vino: riconosciuta la differenza tra consumo nocivo e consumo moderato. Giansanti: «Vittoria anche contro l’etichettatura Nutriscore, va ripensata»
Il Parlamento europeo salva il vino: «C’è differenza tra consumo nocivo e consumo moderato di bevande alcoliche, e non è il consumo in sé a costituire fattore di rischio per il cancro». Passano dunque gli emendamenti, voluti dall’Italia ma sostenuti anche dalla Francia, al Piano di azione anticancro (Beca) approvato ieri dall’Europarlamento.
Dalle raccomandazioni della Commissione Ue in materia di lotta ai tumori – che per loro natura non costituiscono un vincolo, ma solo un indirizzo rispetto alle future norme approvate dal Parlamento europeo – scompaiono anche i riferimenti a bollini neri o altre avvertenze sanitarie in etichetta, come succede per esempio con le sigarette, ma viene solo introdotto l’invito a migliorare l’etichettatura delle bevande alcoliche con l’inclusione di informazioni su un consumo moderato e responsabile di alcol.
Gli emendamenti approvati a maggioranza erano stati depositati dagli eurodeputati Paolo De Castro (Pd, S&D), Herbert Dorfmann (Svp, Ppe), Pietro Fiocchi (Ecr-Fdl) e Iréne Tolleret (Renaissance, Renew). Per l’Italia, dove il comparto del vino vale 12 miliardi di fatturato, si tratta di una vittoria che mette d’accordo tutti, e che è stata portata a casa «grazie al supporto trasversale da parte della stragrande maggioranza dei gruppi politici», come hanno ricordato in una nota comune Paolo De Castro, Herbert Dorfmann e Pina Piciemo, membri della commissione Agri del Parlamento europeo.
Esprimono soddisfazione le associazioni dei produttori di vino made in Italy, da Federvini a Uiv. E plaudono allo scampato pericolo anche le associazioni degli agricoltori. «Il Parlamento europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino», ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
Mentre per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, quella di ieri «è anche una vittoria contro il Nutriscore, un modello di etichettatura nutrizionale che va totalmente ripensato e che esce sconfitto da questo voto». È questo infatti il momento per non abbassare la guardia: «Non bisogna smettere di presidiare le battaglie contro le etichette a semaforo – ha detto il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia – sui nostri prodotti incombe ancora il pericolo di un sistema di etichettatura scorretto, che fa solo il gioco di quelle multinazionali che vorrebbero sostituire i prodotti di qualità con alimenti prodotti in laboratorio».
«Sosteniamo e condividiamo gli sforzi della Commissione nella lotta al cancro – ha detto infine il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino – ma questi sforzi devono tenere conto delle eccellenze agroalimentari, come il vino ma anche la carne, che caratterizzano la dieta mediterranea».
Fonte: Il Sole 24 Ore