Le Indicazioni Geografiche sono state di recente oggetto di una riforma da parte dell’Unione Europea volto a spingere la crescita e l’innovazione tecnologica: ecco perché è una strategia positiva.
Denominazione di Origine Protetta e Garantita, Indicazione Geografica Protetta, Specialità Tradizionale Garantita. Queste e altre denominazioni fanno parte della lunga lista di Indicazioni Geografiche, note di solito con le sigle DOP, IGP, STG, e che sono state oggetto di una recente riforma normativa da parte dell’Unione Europea.
Un intervento finalizzato a disciplinare la protezione delle Indicazioni Geografiche per i prodotti agricoli, vino e altre bevande. Un incentivo, nella sua sostanza, per le imprese a sviluppare nuove soluzioni di crescita, identificare nuovi mercati di vendita e applicare le adeguate soluzioni tecnologiche per essere più competitive.
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La riforma del regolamento delle Indicazioni Geografiche è un punto di partenza essenziale per una nuova fase di revisione della politica delle produzioni territoriali e del necessario tentativo di valorizzarle con incentivi e investimenti necessari all’innovazione tecnologica.
È necessario partire dalle aggregazioni e dallo sviluppo di partenariati stabili tra imprese di varie dimensioni. L’esempio dell’Enjoy European Quality Food (eeqf), il progetto Ue e finalizzato a promuovere sei prodotti DOP italiani (Asti DOP, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOP, Vino Nobile di Montepulciano DOP, Provolone Valpadana DOP, Olio EVO DOP Terre di Siena, Mozzarella STG), è positivo in quanto tale, ma insufficiente se visto da una prospettiva più ampia. Perché non può limitarsi a un caso isolato, né restare unicamente come un’operazione di marketing.
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Fonte: Agenda Digitale