In Sicilia prosegue l’emergenza siccità che sta mettendo in ginocchio anche la raccolta delle arance, che – secondo stime Confagricoltura – quest’anno rischia di dimezzarsi.
Un papello di quasi 12 pagine che racconta quello che poteva essere fatto per contrastare la siccità e non è stato fatto. Interventi contenuti nel piano regionale di lotta alla siccità adottato dalla giunta regionale, allora guidata da Nello Musumeci oggi ministro per la Protezione civile: avrebbero potuto evitare il dramma che oggi stanno vivendo le campagne siciliane. E in particolare le coltivazioni di arance: secondo stime di Confagricoltura Sicilia la produzione sembra destinata a dimezzarsi in questa stagione.
Certo i conti veri saranno fatti alla fine della raccolta ma il dato è veramente allarmante: “Le notizie che ci arrivano dai nostri associati – dice il presidente di Confagricioltura Sicilia Rosario Marchese Ragona – non sono affatto incoraggianti: a noi risulta un probabile calo che sta tra il 40 e il 50 per cento. Se andiamo avanti così l’agricoltura siciliana tutta è destinata a sparire”.
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Secondo stime, sulla base dell’andamento di mercato e produzione dell’annata scorsa, la perdita secca per il comparto delle arance in Sicilia potrebbe aggirarsi sui 300 milioni. Ma anche in questo caso i conti vanno fatti alla fine dell’annata. Il documento che racconta ciò che poteva essere fatto e non è stato fatto porta la firma dei presidenti di due Consorzi importanti di produttori di arance in Sicilia: quello dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP Gerardo Diana e quello dell’Arancia di Ribera DOP Salvatore Daino.
Sono, oggi, i portavoce del dramma che sta vivendo l’agricoltura siciliana e in particolare questo segmento che vale il 65% della produzione nazionale su poco più di 56 mila ettari coltivati ad arancia rossa (tarocco ecc.) e navel (bionde).
Un punto, su tutti, salta agli occhi: il Piano regionale per la lotta alla siccità, redatto dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e approvato dalla Giunta regionale nel febbraio 2020 aveva individuato 15 azioni di intervento “rimaste per lo più carta straccia” dicono gli imprenditori agricoli. Un piano che è rimasto un fantastico libro dei sogni o delle illusioni, almeno a sentire l’opinione di chi è in ansia per il futuro delle coltivazioni.
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Fonte: Il Sole 24 Ore