Corriere della Sera – Milano
Formaggi, ortofrutta, salumi e, da oggi, anche prodotti tessili e di abbigliamento. La lista dei prodotti europei che non potranno più varcare il confine con la Russia a causa dell’embargo deciso da Putin si allunga. E così sempre più aziende lombarde stanno lanciando l’allarme, preoccupate di non riuscire più a vendere in un mercato, quello russo, che da parecchi anni ormai era diventato partner commerciale davvero importante. Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, nel 2013 l’export lombardo in Russia è cresciuto del 12,4%, superando i 3,1 miliardi di euro. Da Milano, Varese e Brescia, in prevalenza, erano richiesti a Mosca soprattutto prodotti manifatturieri e dell’agricoltura.
Ma da neanche un mese le cose sono cambiate: il 7 agosto Mosca ha bloccato l’importazione da tutta l’Unione Europea di carne di manzo e maiale, pollo, pesce, frutti di mare, latte, latticini, frutta e verdura. E da oggi scatta il divieto pure per il comparto tessile, anche se per ora riguarda solamente gli acquisti effettuati direttamente dal governo federale russo.