A quattro anni dall’uscita del Regno Unito dall’UE, una ricerca di Origin Italia in collaborazione con Fondazione Qualivita fornisce un quadro normativo e di mercato attualizzato, con analisi degli scambi agroalimentari UK-Italia e dell’impatto della Brexit sulle Indicazioni Geografiche
La Brexit è stata uno degli eventi geopolitici più rilevanti della storia contemporanea europea, con forti impatti in ambito economico e sociale. Dal 2016, anno del referendum che ha visto il 52% dei cittadini britannici optare per l’uscita dall’Unione Europea, ha avuto inizio un lungo e complesso processo negoziale per definire le regole e le condizioni dei rapporti tra il Regno Unito e i Paesi membri dell’UE. Il settore agroalimentare è stato profondamente toccato da questo storico cambiamento e, durante gli anni in cui si è definito il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione, sono stati affrontati e discussi numerosi temi sia a livello politico che nella società civile, alimentando incertezze e preoccupazioni tra rappresentanti e operatori del settore nei diversi Paesi europei.
Uno dei punti chiave delle trattative ha riguardato la tutela e il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche nel Regno Unito, questione particolarmente rilevante per Paesi come l’Italia, che esporta molti prodotti DOP e IGP nel mercato britannico. L’accordo raggiunto e oggi in vigore, prevede il mantenimento della protezione per tutte le denominazioni registrate nell’UE fino al 2020 anche se, naturalmente, per i prodotti IG valgono le nuove regole relative all’esportazione di generi agroalimentari nel Regno Unito. A otto anni dall’inizio del processo che ha portato alla Brexit, Origin Italia ha promosso uno studio per offrire un’analisi dell’attuale situazione dei prodotti agroalimentari italiani DOP e IGP nel Regno Unito attraverso dati, informazioni e approfondimenti sugli aspetti economici e normativi più rilevanti per il settore.
Giovanni Gennai, statistico, responsabile dell’Area Ricerca della Fondazione Qualivita, si occupa da 10 anni del monitoraggio, l’analisi dati e la realizzazione di paper di settore per il sistema agroalimentare delle Indicazioni Geografiche.
Metodologia
Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricerca nel corso del 2024 attraverso il monitoraggio, la raccolta e l’analisi di vari materiali (banche dati ufficiali, pubblicazioni istituzionali, studi e ricerche, aggiornamenti normativi, notizie), che sono stati selezionati e organizzati per tematica consultando numerosi fonti italiane, britanniche, europee e internazionali (istituzioni pubbliche, enti di ricerca, organizzazioni di settore, media). Per l’approfondimento di aspetti specifici, sono stati contattati alcuni referenti istituzionali e operatori di mercato dei prodotti DOP IGP nel Regno Unito. Sono state inoltre realizzate due indagini dirette, a un campione di Consorzi di tutela dei prodotti agroalimentari DOP IGP italiani con export in UK e a un campione di aziende associate. Il materiale e i dati analizzati sono stati organizzati nello studio secondo quattro sezioni principali.
- La sezione “Scenario” esamina il quadro di contesto dal referendum del 2016 all’Accordo sugli scambi e la cooperazione entrato in vigore nel 2021 e le successive regole in materia di controlli doganali e accesso al mercato, insieme a un’analisi attualizzata del sistema agroalimentare UK attraverso schede descrittive con dati, informazioni e trend per i vari ambiti del comparto agrifood (produzione, consumi, distribuzione, ristorazione, e-commerce).
- La sezione “Mercato” analizza i dati relativi agli scambi agroalimentari del Regno Unito negli ultimi anni, con particolare attenzione ai rapporti con l’Italia, considerando i flussi nel periodo a cavallo del 2020, anno in cui è terminato il periodo di transizione previsto dall’Accordo di recesso ed è stato definito l’Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione fra l’UE e il Regno Unito.
- La sezione “Normativa e accordi” disamina l’attuale quadro giuridico di riferimento per le Indicazioni Geografiche europee nel Regno Unito, con una “Guida per la registrazione delle nuove IG in UK” (per le denominazioni registrate dal 2021), insieme a un quadro degli aspetti relativi all’uso di una IG nel Regno Unito, le regole per l’importazione dei prodotti agroalimentari, approfondimenti sugli accordi bilaterali del Regno Unito in tema di IG, sulle attività dei Consorzi di tutela in UK e sugli enti di riferimento per il settore.
- La sezione “Brexit e DOP IGP italiane” approfondisce il punto di vista del settore IG, attraverso l’analisi dei risultati delle indagini svolte sui Consorzi di tutela e le imprese: a partire dalla descrizione del mercato UK per le DOP IGP italiane, si analizzano i canali di accesso e le leve di posizionamento delle IG italiane, le difficoltà e gli effetti maggiormente avvertiti dagli operatori, le azioni messe in atto e le prospettive percepite dagli attori del settore.
Risultati
Dallo studio emergono forti conseguenze della Brexit sul settore agroalimentare nel Regno Unito e sugli equilibri nei rapporti commerciali con i Paesi partner. Effetti che riguardano in particolare le nuove barriere commerciali, che hanno complicato gli scambi con l’incremento di procedure, di tempi e di costi per gli operatori; l’aumento dei prezzi nel Regno Unito, con impatto sui margini dei produttori, dei distributori e sulla spesa dei consumatori; la ridefinizione delle catene di approvvigionamento come effetto delle incertezze legate alle nuove normative doganali e fitosanitarie, che hanno portato le aziende a cercare nuovi fornitori e rinegoziare contratti; la mancanza di forza lavoro con la fine della libera circolazione dei cittadini UE che ha ridotto gli stagionali, in particolare nel settore della produzione agricola e della ristorazione, nonché su una certa forza lavoro specializzata; i nuovi equilibri commerciali con la perdita dei benefici legata all’appartenenza al mercato unico europeo che ha indotto una parte di aziende a diversificare i mercati di esportazione; la difformità degli standard UK-UE con l’opportunità per il Regno Unito di controllare le normative e gli standard agroalimentari, ma che ha generato difficoltà per i produttori che devono conformarsi alla normativa nazionale e soddisfare i criteri UE per l’export, confondendo i cittadini sulla percezione della sicurezza alimentare. In questo quadro, il sistema agroalimentare italiano ha fornito una prova di forza: con 4,53 miliardi di euro (2023) è la prima voce delle esportazioni italiane nel Regno Unito nonché il comparto con la crescita più alta dell’export in valore (+35% sul 2017). Infatti, sebbene la Brexit abbia comportato alcune “oscillazioni”, gli scambi agroalimentari fra Italia e UK hanno avuto chiaramente andamenti opposti negli ultimi anni: l’export dell’Italia verso il Regno Unito è rimasto stabile in quantità ed è cresciuto significativamente in valore, mentre le importazioni del nostro Paese dall’UK sono crollate sia in volume che in valore (Figura 1).
Per il settore del cibo DOP IGP nazionale, l’UK è il quarto mercato di destinazione, con una quota del 6% dell’export che coinvolge oltre 60 denominazioni made in Italy, in particolare formaggi (66%), prodotti a base di carne (16%) e aceti balsamici (17%). È da dire, però, che a fronte di un export complessivo del settore DOP IGP cresciuto del +19% in cinque anni, quello verso UK è diminuito del -6% e la quota di mercato del Regno Unito è passata dal 7,1% del 2018 al 5,9% del 2022. I Consorzi di tutela e le aziende italiane del settore DOP IGP, evidenziano alcune difficoltà legate in particolare all’aumento della burocrazia e ai trend negativi riscontrati sul mercato UK, come l’inflazione dei prezzi alimentari nel Regno Unito che preoccupa oltre l’80% dei cittadini che ha forti conseguenze nella GDO e nella ristorazione, soprattutto per i prodotti di qualità. D’altra parte la percezione dei consumatori britannici sull’agroalimentare del nostro Paese si conferma molto positiva, legata ai concetti di qualità, stile alimentare sano e cucina italiana e l’associazione fra “made in Italy” e “denominazione d’origine” è una forte leva di posizionamento.
Un quadro complesso, quindi, che non ha frenato il sistema italiano DOP IGP che in questi anni ha intrapreso una serie di azioni legate in particolare ad accordi commerciali, iniziative promozionali, campagne di comunicazione e formazione agli operatori, e che si mostra fiducioso, con l’86% delle aziende e dei Consorzi della Dop economy che prevede investimenti per mantenere o accrescere le quote di mercato nel Regno Unito (Figura 2).
Conclusioni
La Brexit ha rappresentato un’esperienza unica nello scenario economico europeo e internazionale e i dati e gli elementi disponibili oggi permettono di fare considerazioni sugli effetti nel settore agroalimentare e delle Indicazioni Geografiche italiane.
Il primo elemento da evidenziare è la capacità del sistema di fare rete e organizzarsi anche attraverso una rappresentanza efficace in ambito europeo, capace di far valere le proprie istanze nel periodo di transizione e di collaborare con i negoziatori per garantire la protezione delle DOP IGP in UK nell’ambito dell’accordo sugli scambi e la cooperazione raggiunto fra le parti. Il secondo elemento è una evidente forza del settore agroalimentare italiano, che grazie alle sue caratteristiche peculiari come qualità, sicurezza e tracciabilità, riesce a rappresentare un driver del made in Italy nel Regno Unito e non solo.
Un ulteriore elemento che emerge è la resilienza del settore produttivo e in particolare del sistema dei Consorzi di tutela e delle imprese del comparto DOP IGP, che hanno messo in campo notevoli sforzi in questi anni di transizione per rispondere ai mutamenti normativi e di mercato e mantenere un elevato posizionamento della qualità agroalimentare made in Italy. La ricerca si pone come strumento di conoscenza per supportare gli attori del settore e accrescere la capacità di analisi e sviluppo del sistema italiano delle Indicazioni Geografiche.
Titolo
Effetto Brexit sul settore DOP IGP italiano.
Analisi di mercato e quadro normativo di settore; Indagine sui Consorzi di tutela e le imprese DOP IGP.Autore
G. Gennai, D. Policastri, M. Rosati
Fonte
https://www.qualivita.it/pubblicazioni/effetto-brexit-sul-settore-dop-igp-italiano/
Bibliografia essenziale
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- Ambasciata d’Italia a Londra, Ufficio dell’Addetto Agroalimentare, “Regno Unito – Commercio con l’estero di prodotti agroalimentari”, Londra, 2024
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- Statista, “Food shopping behavior in the UK – statistics & facts”, Marzo 2024
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2024_03