Una ricerca Qualivita fotografa il valore della DOP piemontese, le azioni promotrici del Consorzio e l’impatto sul territorio
Da cosa deriva il valore di una Denominazione? Sicuramente dalla qualità del suo prodotto che sfocia in valori produttivi e di mercato. Ma non solo: le azioni attuate dai Consorzi di tutela sono infatti essenziali per la promozione, la tutela e la diffusione di valore sul territorio di una Denominazione. Per valutare il valore della Barbera d’Asti DOCG e il suo impatto sul territorio, la Fondazione Qualivita – partendo dalla costruzione di un modello che valuta alcune componenti e azioni che permettono la creazione di valore per un Denominazione – ha realizzato uno studio basato su dati primari e secondari. Vi daremo qui un accenno dei principali risultati. Partiamo dalla fotografia attuale dei valori produttivi ed economici della Barbera d’Asti DOCG, realtà produttiva unica con una storia antichissima che affonda le radici nel mito, che oggi si presenta con una carta d’identità strutturale con numeri importanti e in evoluzione. Come indicatore di crescita di valore della Barbera d’Asti DOCG, citiamo in questa sede il dato relativo al prezzo di vendita: considerando la media dei prezzi 2010-2014 e la media dei prezzi 2015-2019, a fronte di un incremento dei prezzi dei vini DOC-DOCG del +27%, la Barbera d’Asti DOCG ha registrato un +44%. I numeri rilevati dalla ricerca mostrano infatti una Barbera d’Asti DOCG con: ranking favorevole su tutti gli aspetti produttivi ed economici considerati, valori stabili e senza oscillazioni preoccupanti, volumi gestibili per un efficiente piano di promozione collettivo e uno storytelling interessante da implementare.
Uno degli attori principali di questo sistema di creazione di valore e capitale sociale è il Consorzio di tutela di una Denominazione d’Origine. Ma qual è stato e qual è il ruolo del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ai fini della creazione di questo valore per il vino e per il territorio? Per valutarlo sono state analizzate in profondità le azioni del Consorzio volte a creare: comunità, cioè capitale sociale produttivo; valore, cioè capitale sociale di mercato; futuro, che è una sintesi prospettica del capitale sociale produttivo e di mercato; identità, attraverso la condivisione di valore, cioè capitale sociale ambientale. Per valutare quest’ultimo aspetto, è stata svolta anche una survey online per mettere in luce il rapporto tra la Barbera d’Asti DOCG, il Consorzio di tutela e i Comuni del territorio.
Rispetto alla costruzione di comunità, in oltre 70 anni di attività il Consorzio ha sviluppato attorno a sé una rete di oltre 360 aziende. Ciò a livello strategico, combinando risorse e competenze, permette di raggiungere in maniera più efficace e efficiente: co-produzione di valore, vantaggio competitivo sostenibile, percorso di sviluppo comune tra le imprese, conoscenza condivisa (Fait, 2012).
Considerando le azioni svolte per creare valore di mercato, le azioni del Consorzio di tutela sono state analizzate rispetto a quattro tipologie: investimenti sul brand, sulla promozione, sulla comunicazione online e sulla ricerca scientifica. In questa sede riteniamo interessante sintetizzare alcuni punti.
Il primo riguarda gli investimenti sul brand. Il 2015 è stato un anno molto importante in quanto si è definito il nuovo Brand System del Consorzio di tutela: nuovo nome, scelto per dare risalto alla Barbera d’Asti DOCG, e nuovo logo raffigurante un’impronta digitale a forma di calice.
Il secondo riguarda, la comunicazione online: è infatti da citare l’utilizzo del Brand Journalism, strumento di comunicazione sempre più importante, da parte del Consorzio rispetto alla creazione del blog “mynameisbarbera”, in lingua italiana e inglese.
Nella costruzione del modello, la Fondazione Qualivita ha deciso di inserire in questo pilastro della creazione di valore economico anche la ricerca scientifica che permette di garantire e di ampliare gli standard qualitativi del prodotto stesso, ma non solo. Tra le varie attività di ricerca a cui ha partecipato il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, è interessante citare il progetto Barbera 2.0, condotto con l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. Il progetto ha creato una mappa sensoriale della Barbera d’Asti DOCG attraverso uno studio approfondito delle aree di produzione e delle caratteristiche chimico-fisiche e sensoriali della Barbera d’Asti DOCG, al fine di rendere più mirata l’azione commerciale in base ai target di consumatori.
E ancora: come costruire il futuro di un vino e della sua comunità? Attraverso azioni che tutelino il prodotto e il consumatore, tengano conto dell’ambiente e consentano la crescita formativa. In tutti questi campi il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si è molto impegnato. Per esempio, nel 2017 è stato promotore di un’iniziativa conclusasi in maniera positiva verso la Cina per la registrazione di una Barbera d’Asti nel loro mercato. Vogliamo però soffermarci, sul tema ambientale, aspetto molto importante sia se si guarda il futuro della produzione vitivinicola sia se si guarda alle generazioni future. Anche su questo fronte il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato è impegnato attraverso azioni per il miglioramento della sostenibilità ambientale in tutte le fasi della filiera di prodotto. Ma non solo, il Consorzio è anche promotore di dibattito tra tutti gli stakeholder interessati al legame tra ambiente, cambiamenti climatici e produzione: lo dimostrano i diversi convegni organizzati su questi argomenti.
Ultimo pilastro di attività – solo da un punto di vista dell’ordine di analisi – che svolge un Consorzio di tutela è quello di costruire un’identità e condividere valore all’interno del territorio, creando così capitale sociale ambientale. La Fondazione Qualivita ha definito un sistema che attraverso 11 tipi di attività di un Consorzio di tutela valuta il valore, appunto non solo economico, indotto da una Denominazione sul territorio. Oltre ad applicare questo modello, la Fondazione Qualivita ha voluto misurare quanto di questo valore viene percepito dagli stakeholder del territorio. Lo ha fatto attraverso una survey online ai referenti dei Comuni dell’areale considerato. I rispondenti sono stati 105. Il primo risultato è la conferma della Barbera d’Asti DOCG come simbolo del territorio: infatti ben il 46% dei rispondenti trova che vi sia una relazione molto forte tra la Barbera d’Asti DOCG e il territorio riconosciuta anche dal turista (58%).
Un dato su cui riflettere per le azioni future è quello relativo alle azioni promozionali dei Comuni che, per il 38% dei rispondenti, valorizzano poco o niente la Barbera D’Asti DOCG nell’ambito delle attività del Comune stesso. Un rapporto forte quindi ma che potrebbe essere maggiormente sinergico.
Ciò risulta ancora più vero se si considera che il 58% dei rispondenti, potendo selezionare due alternative di risposta tra cinque, ha scelto come impatto della Barbera d’Asti DOCG l’aumento dei flussi turistici. Seguono come impatti prevalenti: la crescita delle attività legate al settore enologico (41%), l’aumento del valore dei terreni o degli immobili (20%), l’incremento delle opportunità lavorative (17%) e la crescita delle attività di servizi (16%).
A cura di Chiara Fisichella
Fonte: Consortium 2020_04