I prodotti ad Indicazione Geografica sono il risultato di una stratificazione di valori che nel corso degli anni si sono sedimentati in uno specifico territorio: biodiversità, tecniche di produzione, storia, cultura civica, paesaggio, regole, ambiente. La combinazione di questi fattori e la loro evoluzione ha garantito nel tempo il successo e l’affermazione dei prodotti DOP IGP in quanto emblemi delle identità culturali delle comunità locali. Il binomio valori e identità trova quindi nel prodotto tradizionale la sua massima espressione e forse anche la sua più efficace rappresentazione simbolica.
Tuttavia, un dato certo che la pandemia e la crisi climatica ci hanno presentato, è il sempre più fragile equilibrio che stanno vivendo i territori italiani. Una difficoltà che mette in crisi le peculiarità e condiziona pesantemente la nostra agricoltura distintiva. Se fino a qualche anno fa l’evoluzione nel settore agroalimentare era legata quasi esclusivamente ad un concetto per così dire “darwiniano”, in cui le innovazioni arrivavano per lo più dalla casualità o da singole esperienze, oggi la necessità che l’evoluzione segua la ricerca scientifica anche nelle produzioni DOP IGP non è solo un auspicio ma l’unica via per preservare quell’insieme di valori che consentono ai nostri alimenti di possedere tratti distintivi unici.
Mentre nel resto del mondo le innovazioni riguardano principalmente l’agricoltura intensiva e i processi produttivi della grande industria alimentare, in Italia abbiamo la necessità di promuovere e divulgare una ricerca legata alle produzioni locali, che tenga conto di quei fattori di equilibrio territoriale che hanno dato vita al nostro immenso patrimonio agroalimentare. Solo così potremo mantenere la leadership enogastronomica che il Paese ha costruito nel tempo con un duro lavoro sulla qualità. Per tale motivo, a partire da questo numero di Consortium, vogliamo dare più spazio ai principali temi della ricerca di settore con specifici approfondimenti, grazie anche al contributo dei membri del Comitato scientifico della Fondazione Qualivita.
pIn questo numero portiamo all’attenzione, con il contributo della Professoressa Lucia Guidi (Direttrice Centro Nutrafood dell’Università di Pisa), alcuni studi sulla Nutraceutica realizzati sui prodotti DOP IGP. In questi anni moltissime ricerche condotte da Università e Centri di ricerca italiani con il supporto dei Consorzi di tutela hanno prodotto interessanti analisi sulle caratteristiche organolettiche e i valori nutrizionali di alcune eccellenze del nostro Paese. Un tema questo collegato direttamente al dibattito relativo all’etichettatura Nutriscore su cui la Commissione Europea ha appena aperto una consultazione pubblica.
Sempre sul fronte della ricerca, la Prof.ssa Alessandra Di Lauro (Docente di Diritto alimentare dell’Università di Pisa) analizza un interessante studio della FAO che esplora il ruolo del diritto nell’ambito della trasformazione dei sistemi agroalimentari. A conclusione della sezione dedicata alla ricerca, un’intervista all’Ing. Antonio Gentile (direttore Ingegneria e Innovazione del Poligrafico) e Luca Sciascia (Responsabile Anticontraffazione e tracciabilità del Poligrafico) analizza i temi dell’innovazione tecnologica nel campo della tracciabilità e contraffazione alimentare.
Tutti argomenti di stretta attualità che possono contribuire alla consapevolezza delle imprese e dei cittadini in merito alla trasformazione del settore agroalimentare, sempre più strettamente connessa ai processi evolutivi che la scienza ci offre ogni giorno.
A cura di Mauro Rosati, direttore editoriale Consortium
Fonte: Consortium 2021_04