I modelli di produttività e governance delle Indicazioni Geografiche sempre più in mutamento: fondamentale il supporto della ricerca e della formazione
Siamo arrivati al ventesimo numero di Consortium, una iniziativa editoriale nata nel 2018 da una collaborazione tra Fondazione Qualivita e Istituto Poligrafico per puntare i riflettori sul mondo delle DOP IGP nell’intento di creare spunti di riflessione e divulgare le attività dei Consorzi di tutela. In questi anni abbiamo promosso la cultura delle Indicazioni Geografiche con l’obiettivo di rendere più evidente il peso economico e sociale del comparto nel nostro Paese. Con il supporto del Comitato Scientifico di Qualivita, negli ultimi mesi abbiamo raggiunto una nuova consapevolezza sul fine e sull’utilizzo di questa rivista, visto anche il mutato contesto geopolitico del cibo. Siamo convinti che per affrontare le nuove sfide serva una maggiore cultura scientifica, soprattutto all’interno delle filiere di qualità e nel mondo dei decisori politici. Per questo abbiamo pensato che il ruolo di Consortium debba essere quello di stabilire una più forte connessione tra ricerca e imprese. Dal numero odierno, con un nuovo format editoriale, cercheremo attraverso un linguaggio e una grafica semplici e accessibili di dare uno spazio più ampio agli studi e alle ricerche accademiche che riguardano le Indicazioni Geografiche.
Abbiamo appena trascorso una delle estati più calde degli ultimi cento anni, a detta degli esperti. Pare che il concetto di imprevedibilità sia alla base di questo assetto del clima che sta interessando in particolar modo il nostro Paese, definito un hot spot per l’intera Europa. Risulta chiaro dall’intervista al presidente della Società Meteorologica Italiana, Luca Mercalli, che in modo provocatorio parla della necessità di un ripensamento generale dell’approccio produttivo del nostro sistema agroalimentare. Tuttavia, una gestione più sostenibile delle risorse idriche potrebbe essere una soluzione a portata di mano e le produzioni DOP IGP sono già un modello in questo senso, come ricorda il Commissario Straordinario all’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua.
Il clima, quindi, influenzerà sempre di più le scelte produttive determinandone tempi, modalità e condizioni. In tutto questo è fondamentale rivolgere lo sguardo al mondo della ricerca poiché la scienza a nostra disposizione potrà aiutare l’agricoltura a convivere con i cambiamenti in atto. Diventa indispensabile, dunque, la presenza di una governance che sia in grado di dialogare sempre di più con il mondo scientifico in cui l’Italia è all’avanguardia. Bene allora che alcuni Consorzi del Veneto abbiano affidato all’Università di Padova un’indagine per capire quanto stia influendo il cambiamento climatico nelle principali IG regionali o che, andando ancora oltre, si comincino a cercare soluzioni per adattare la produzione al cambiamento in atto, come nel caso della Mela dell’Alto Adige IGP. Colpisce anche che l’Università di Pisa abbia condotto uno studio sull’incidenza idrica nella produzione di Sangiovese.
C’è poi il tema della grande opportunità per i territori interessati da prodotti DOP IGP rappresentata da quello che ormai definiamo, a ragion di numeri, il Turismo DOP. Biodiversità spesso a rischio, come sta accadendo per esempio nella Sacca di Scardovari per la Cozza DOP, con l’emergenza del granchio blu.
Ricerca quindi, da un lato, ma soprattutto formazione dall’altro. È nata con questo obiettivo l’Accademia Qualivita: mettere in condizione il mondo dei Consorzi di tutela, soprattutto quelli meno strutturati, di poter dialogare con l’esterno, dal mondo scientifico a quello politico, determinando così un nuovo asset di governance, ma anche dando la possibilità a tanti giovani di proiettarsi in maniera adeguata in un settore che offre grandi opportunità di crescita professionale ed economica. E grazie anche al supporto di Origin Italia, Accademia Qualivita inizia il suo percorso con un Executive Master per Direttore Consorzio di tutela che formerà 25 nuovi profili a disposizione delle filiere IG italiane.
Editoriale a cura di Mauro Rosati, direttore editoriale Consortium
Fonte: Consortium 2023_03