La strada delle IG italiane per affrontare la ripartenza
In questo periodo di crisi economica mondiale determinata dalla pandemia Covid-19, abbiamo voluto raccontare nel nostro magazine due storie del settore agroalimentare italiano che dimostrano come, anche in periodi difficili, si possano ottenere dei risultati positivi utilizzando le giuste strategie. La prima storia riguarda il Consorzio di tutela della Burrata di Andria IGP che, in un periodo piuttosto breve, grazie al riconoscimento IGP è riuscito a dare impulso allo sviluppo di questo prodotto nei mercati nazionali ed internazionali andando ad affermarsi fra i simboli alimentari e culturali nel paniere dei prodotti del sud con una importante crescita economica; la seconda, invece, è il racconto di una fusione fra tre enti consortili che in nome del Lambrusco si sono riuniti diventando la seconda realtà vitivinicola italiana dopo il Prosecco, una sinergia per rivolgersi in modo coeso al mercato valorizzando le singole denominazioni. Da più parti è stato evidenziato che le crisi si superano se si mettono in atto strumenti che favoriscono la coesione, la cooperazione e la collaborazione fra imprese. Le Indicazioni Geografiche, e in particolare i Consorzi di tutela, si sono dimostrati strumenti unici per facilitare queste finalità e i casi riportati in questo numero di Consortium, sono due esempi che, già confermano i primi numeri, saranno dei motori di sviluppo economico importanti per i territori di riferimento.
Abbiamo inoltre iniziato ad approfondire due tematiche strategiche per i prodotti DOP I IGP: turismo enogastronomico in chiave green e Grande Distribuzione Organizzata.
Nelle esperienze turistiche nate in questa estate sotto la spinta delle “vacanze in sicurezza”, le aziende e i Consorzi si sono fatti protagonisti di proposte e iniziative innovative che hanno destato l’interesse di moltissimi viaggiatori. In questa ottica si potrà nel futuro, se i territori saranno capaci di interpretare al meglio questa tendenza, anche pensare di rianimare zone del nostro Paese abbandonate ri-costruendo attività produttive agroalimentari e ri-popolando borghi attraverso un’ospitalità diffusa e sicura.
Uno degli aspetti commerciali che si è evidenziato di più durante il lockdown, è l’importanza del canale delle Grande Distribuzione per il comparto alimentare: la crisi ha infatti colpito in modo più forte i produttori specializzati nell’Horeca e sulle esportazioni, mentre ha avuto effetti meno gravi per chi ha avuto la possibilità di diversificare i canali di distribuzione anche con la GDO. E se è vero che per le imprese di prodotti DOP IGP il rapporto con la grande distribuzione è sempre stato piuttosto controverso – con evidenti opportunità in termini di volumi e di diffusione della conoscenza, ma con regole che non sempre trovano riscontro con le peculiarità produttive delle filiere certificate – è altrettanto vero che oggi per i prodotti a qualità certificata, anche per le realtà più piccole, si iniziano ad intravedere spazi adeguati di valorizzazione nel canale GDO che possono rivelarsi fondamentali.
Il periodo che stiamo affrontando è indiscutibilmente difficile, con scenari incerti e prospettive mutevoli. Una volta di più, il tessuto produttivo e dei Consorzi è chiamato a fronteggiare nuove sfide, per cogliere tutte le possibili opportunità che il cambiamento porta con sé. Saranno necessarie azioni coordinate, sostenute da opportune politiche di supporto, per stimolare lo sviluppo del settore su nuove priorità. Quello di cui siamo certi, e le esperienze che abbiamo raccontato lo dimostrano, è che l’agroalimentare italiano DOP IGP ha tutte le caratteristiche per poter tracciare una nuova strada di successo ad una sola condizione: la salvaguardia del ruolo e dell’autonomia dei Consorzi, che dovranno continuare ad essere ben strutturati per svolgere adeguatamente le attività di loro competenza. Spetta alle imprese ed alle istituzioni investire su questo obiettivo.
Mauro Rosati
Direttore Editoriale di Consortium
Fonte: Consortium 2020_03