Un’indagine nata dalla collaborazione tra l’Università di Cordoba, Università di Cluj-Napoca, Institute für Agrarwissenschaften e Origin for Sustainability, analizza l’effettiva adozione dei principi di economia circolare in tre filiere dei formaggi DOP.
L’economia circolare si è dimostrata uno strumento promettente nel raggiungimento di molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, sostituendo il sistema lineare e riducendo gli impatti negativi sull’ambiente.
La ricerca del team composto da Habli, Dumitras, Schmitt, Maglietti Smith e Barjolle mira a valutare l’effettiva adozione dei principi di economia circolare in tre formaggi a indicazione geografica (Caciocavallo Silano DOP, Tête de Moine, Serra da Estrela DOP) attraverso un’analisi delle pratiche identificate nelle rispettive catene del valore.
Le interviste qualitative mostrano la persistenza di pratiche storiche che preservano il patrimonio dietro il prodotto, mantengono l’autonomia rispetto agli input esterni e risparmiano energia o fanno un uso intelligente dei sottoprodotti.
Dall’analisi emerge infatti come i produttori locali hanno mantenuto con successo pratiche storiche per rimanere autonomi e indipendenti e preservare l’eredità dietro il prodotto. Il concetto di circolarità in queste regioni rurali è integrato nelle pratiche produttive attraverso l’uso sostenibile delle risorse naturali come il riutilizzo dei sottoprodotti e la riduzione dei rifiuti.
Inoltre, l’agricoltura di montagna fornisce servizi ecosistemici che aiutano a conservare la biodiversità e le risorse naturali. Sostiene lo sviluppo economico delle regioni montane utilizzando materiali locali e di qualità. Dal punto di vista sociale, l’agricoltura in queste aree aiuta a conservare la gastronomia tradizionale e storica della comunità. Per questi motivi, molti prodotti di montagna europei o internazionali sono registrati come indicazioni geografiche per tutelare il patrimonio e mantenerne la produzione.
Tuttavia l’adozione radicale dei principi di economia circolare richiede innovazione per ridurre il ricorso a nuovi input e le emissioni di gas serra; la lontananza delle piccole imprese nelle zone rurali profonde, lontane dai centri di ricerca, sta rallentando il trasferimento delle conoscenze e l’adozione delle tecnologie più recenti, in particolare nelle zone montane.
Secondo l’indagine sono necessarie una ricerca più partecipativa e iniziative innovative per garantire la transizione verso un’economia circolare per i prodotti tradizionali di montagna, che sono fortemente legati alle tradizioni culinarie locali e all’identità culturale.