Suini certificati nati e allevati in Italia, per dare garanzia di reddito agli allevatori e sicurezza ai consumatori: sono gli obiettivi del Consorzio di Garanzia del Suino Italiano istituito a Mantova su iniziativa di una cinquantina di allevatori di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Basilicata, titolari di 127 allevamenti: 25mila scrofe e 400mila suini grassi (peso 165 chili). Il Consorzio punta a tutelare il suino nato e allevato in Italia e a inviarlo al macello con un marchio, ancora allo studio, per renderne riconoscibile la provenienza. Si stima che inizialmente rientreranno sotto il nuovo marchio 600mila capi l’anno, per un fatturato di 139 milioni di giuro. Pochi animali se si considera che in Italia ogni anno ne sono macellati 9 milioni a marchio DOP, per un fatturato che supera i 2 miliardi. Al Mantua Multicentre sono stati presentati i vertici del Consorzio: presidente è il presidente di Assosuini, Giuseppe Ferrari (Gambara, Brescia), vicepresidenti Omar Gobbi (Leno, Brescia) e Antonio Catalano (Potenza).
«Non è nostra intenzione fare concorrenza a nessuno», ha precisato Ferrari, «tantomeno ai due Consorzi di tutela del Prosciutto di Parma DOP e del Prosciutto San Daniele DOP. E’ il tentativo di rilanciare il consumo di carne suina dando garanzia al consumatore di qualità e sicurezza alimentare delle produzioni». Ferrari ha ricordato che in Italia sono prodotti 22 milioni di cosce per i prosciutti DOP, ma dall’estero ne arrivano 60 milioni, «che non si sa che fine facciano». «Anche all’estero si produce con criteri di qualità», ha precisato, «ma è giusto che i consumatori siano informati sulla provenienza. L’adesione al Consorzio è sempre aperta e siamo sicuri che i soci aumenteranno.
Fonte: Il Giornale di Vicenza