Un potenziale da 68mila ettari e 5 milioni di quintali di uve flon c’è controprogrammazione che tenga. Nell’anno dell’Expo, in cui FieraVerona gioca un ruolo centrale con il padiglione del vino, Vinitaly anticipa le date e mette in fuorigioco il Prowein di Dusseldorf. Mette in scena per il secondo anno consecutivo Vinitalybio assieme a Federbio, fiaccando la resistenza dei vini “naturali” di Vinnatur. La certificazione e l’esistenza di norme cogenti di valenza internazionale sono un decisivo punto di forza per il biologico. Lina risposta chiara alla richiesta di eticità e sostenibilità che emerge ormai in tutti i mercati.
«Più 235% in Europa, più 273% mondo descrive Denis Pantini di Nomisma – sono questi i dati relativi allo sviluppo- nel periodo 2002/2013- registrato dalla viticoltura biologica. È quanto emerge dall’analisi Wine Monitor su dati Fiol predisposta in occasione di Vinitaly 2015. «E per quarto riguarda l’Italia -commenta Damiano Berzacola di FieraVerona-sono oltre 44mila gli ettari di superficie vitata bio, ma con quasi 24mila ettari in conversione, per un totale che si avvicina a 68mila ettari, l’11% del totale nazionale e il 18,5% in più rispetto al 2012, per una produzione potenziale che sfiora i 5 milioni di quintali di uva da vino». Di fatto il vigneto convenzionale cala e quello bio avanza. Per questo nell’edizione 2015, oltre ai 70 produttori presenti al Vinitalybio, le cantine biologiche erario equamente distribuite anche all’interno dei padiglioni regionali.
Fonte: Terra e Vita