È vero: la pandemia ha chiuso i ristoranti e le enoteche. Lasciando molti appassionati del vino a bocca asciutta. Non solo metaforicamente. Ma la crisi ha anche aperto la mente degli imprenditori e spinto i consumatori verso nuovi strumenti. Qualche esempio? Cominciamo con la vetrina virtuale unica per le cantine del Prosecco di Valdobbiadene DOP. Per la prima volta, il portale Seccodocg.it riunisce 72 produttori concorrenti (su 83) in un unico contenitore. Obiettivo? Promuovere online prodotti del territorio. Gli amanti del prosecco possono acquistare le bottiglie anche in “cartoni” misti, scegliendo quindi da diverse cantine, con garanzia di consegna rapida e con un imballaggio ecologico e resistente.
C’è, poi, l’exploit di Vino.com: la piattaforma digitale attiva dal 2014, capace di vendere più di 2 milioni di bottiglie nel 2020, ha cambiato nome l’anno scorso (si chiamava Vino75.com) e continuerà a vendere oltre 4mila etichette tra vino e distillati anche all’estero. La strategia della internazionalizzazione – unita all’app per attrarre nuovi clienti – è partita da Germania, Olanda e Belgio e continuerà nel resto d’Europa. Ma la grande scommessa del 2021 sarà la Cina, dove la società è presente dal 2017 grazie all’accordo con il gigante tech Alibaba.
Un’altra esperienza di successo viene da Winelivery, l’app che offre un servizio di consegna in 30 minuti di bevande (vino o drink) conservati alla temperatura ideale e accompagnati, se richiesto, da ghiaccio e snack. La startup milanese ha fatto boom nel 2020 (+600% di fatturato) e ha chiuso l’anno con un tasso di penetrazione all’1,2%, grazie alle oltre 700 mila app scaricate, e 7,5 milioni di euro di fatturato consolidato, 6 volte quello del 2019. Winelivery può contare su una rete di oltre 60 store con servizio express in tutte le principali città italiane, dalla Sicilia all’Alto Adige.
Un’altra recente novità è l’ingresso nel capitale di Callmewine, la piattaforma di e-commerce del vino, da parte di Italmobiliare, la holding di partecipazioni con investimenti in società attive anche nell’alimentare. L’investimento è di 13 milioni di euro pari al 60% delle quote. L’obiettivo è quello di supportare il piano di sviluppo del portale online che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 12,5 milioni, in crescita del 95% rispetto al 2019.
Tuttavia, resta ancora Tannico la più grande enoteca di vini italiani, con oltre 14mila etichette provenienti da 2.500 cantine. Cresciuta vertiginosamente durante il lockdown, Tannico ha chiuso il 2020 con un fatturato di 30 milioni di euro e l’ingresso nell’assetto societario di Campari Group con l’acquisto del 49% delle quote. Fondata nel 2013, è oggi leader di mercato in Italia, con una quota superiore al 30% e oltre 7 milioni di visitatori unici negli ultimi 12 mesi. L’azienda lancia ora la Tannico Flying School Online, una piattaforma che propone un’ampia offerta di video-corsi, percorsi tematici, degustazioni con vignaioli, enologi e sommelier e pratici how-to per spiegare in modo semplice e completo tutto ciò che ruota intorno al mondo del vino. Tutto rigorosamente virtuale.
L’exploit dell’e-commerce del vino è confermato anche dai numeri di Statista.com: il mercato italiano del “wine&spirits” online ha superato nel 2020 i 100 milioni di euro (quello europeo viaggia nell’ordine dei 3,7 miliardi) crescendo dal 20 al 30% anno su anno. Inoltre, secondo Wine Monitor di Nomisma, nel 2020 in Italia l’e-commerce nel settore food è cresciuto del 70% rispetto all’anno precedente. Il centro di questa esplosione è proprio il wine commerce, finora marginale in Italia: in soli due anni il giro d’affari passa da pochi milioni a 150-200 milioni di euro. Nel 2020 circa 8 milioni di italiani hanno acquistato on line bottiglie di vino (27% dei consumatori italiani contro il 17% dell’anno precedente). Dopo la pandemia, insomma, il mondo del vino riemergerà profondamente rinnovato. E sempre più digitale.
Fonte: Il Riformista