L’Azione
Agropirateria: cioè prodotti agricoli spacciati per italiani nei supermercati mentre vengono prodotti altrove, in Cina piuttosto che in altri Paesi lontani. Dove sono assai meno ferree le regole su qualità, rispetto dell’ambiente e dei lavoratori, e utilizzo di fitofarmaci. È uno dei problemi principali che oggi i produttori agricoli si trovano ad affrontare, discusso all’assemblea dell’Apo, Associazione produttori ortofrutticoli, che si è svolta a Rai di San Polo. La pirateria agricola danneggia l’Italia per 60 milioni di euro l’anno. All’assemblea annuale i produttori hanno chiesto con forza l’intervento dell’Unione europea. «La Ue deve agire con urgenza – evidenzia Domenico Dal Bo, procuratore generale di Apo -, i prodotti alimentari devono avere etichette precise, non generiche come avviene ora. Il consumatore, che è il nostro migliore alleato, ci penserebbe due volte prima di mettere nel carrello una mela prodotta in Cina o un pomodoro fatto passare per made in Italy mentre in realtà è stato coltivato a discapito della qualità».
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