Il Sole 24
Ore Sommersi e salvati. Il vino italiano dovrebbe far parte di quest’ultima categoria, cioè dei salvati, in relazione al monitoraggio attivato in piena estate dalle autorità cinesi sul vino europeo, accusato dipraticare prezzi in dumping alle importazioni. L’Italia tirerà un respiro di sollievo: stando a quanto risultaal Sole24Ore, gli ispettori del ministero del commercio estero cinese (Mofcom), in particolare quelli distaccati presso la Camera di commercio per gli alimenti & wine spirits (che dal Mofcom dipendono); si stanno dirigendo armi e bagagli in Francia, per passare al setaccio i produttori di vino francese inclusi nel monitoraggio scattato lo scorso agosto. Per i produttori spagnoli la questione sarebbe addirittura già chiusa. Sono loro i sospettati numeriiino. A Ferragosto, comunque, tutti i produttori europei hanno dovuto compilare un fiume di móduli nei quali venivano dichiarati i prezzi applicati alle esportazioni. I produttori cinesi di vino avevano, infatti, sollevato la questione davanti alle autorità cinesi: molte partite importate dall’Europa risultavano importate a pezzi bassissimi, troppo bassi per non incorrerre nelle misure anti-dumping. L’onere della prova, quello cioè di aver applicato un prezzo di mercato, spetta all’importatore. Il verdetto finale, una, volta espletati tutti i controlli, dovrebbe arrivare in primavera. Il surplus di dulie scatterà per le aziende che non si sono mostrate collaborative, sottraendosi (in tutto o in parte) al monitoraggio cinese.
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